Un campo da beach volley attraversato da voci, movimenti, presenze, per esprimere tutte le diverse declinazioni della performance, tanto concrete quanto effimere. Si svolgerà domenica, 12 dicembre, dalle 13 alle 18 e oltre, al Circolo Tennis Italia, in via Vighi 35 a Bologna, “Peng on the Beach”, happening e book launch del quaderno Peng X, presentato da Xing. In questa occasione, si ritroveranno sul campo da gioco gli artisti della decima edizione di Live Arts Week, svolta a Bologna dal 19 al 27 giugno 2021: Annamaria Ajmone, Attila Faravelli, Biagio Caravano, Canedicoda, Cristina Kristal Rizzo, Edoardo Ciaralli, Eleonora Luccarini, Francesca Duranti, Gina Monaco, Jacopo Benassi, Lele Marcojanni, Lucia Amara, Marco Mazzoni, Margherita Morgantin, Massimo Carozzi, Massimo Conti, Mattia Pajé, Michele Di Stefano, g. olmo stuppia, Paolo Bufalini, Paolo Gabriotti, Renato Grieco, Roberta Mosca, Valentina Lucchetti, Zapruder.
«In questa espansione festiva dell’idea di Simulazione di prossimità (progetto ideato da Michele Di Stefano/mk e testato sui prati del festival) i presenti saranno coinvolti nell’enunciazione di una pièce mentre la ascoltano all’auricolare», spiegano da Xing, organizzazione culturale fondata nel 2000 e con sede a Bologna, dedicata alla produzione e al supporto delle pratiche sperimentali e interdisciplinari nell’ambito delle culture contemporanee. «La pièce è composta dall’assemblaggio di pacchetti di conversazioni preregistrate colte in giro, stralci di concetti trascritti fedelmente e riorganizzati. Una finta spiaggia in cui artisti e pubblico – senza ritmo comunitario e sotto un sole che non c’è – costruiscono l’intesa tra i corpi a partire dall’utilizzo della parola senza oggetto», continuano.
Il quaderno Peng X è una raccolta di segni, parole, discorsi e desideri attuati o ancora in atto, «Senza forzare la lucidità progettuale verso un’offensiva culturale. Da qui lo spazio dato a testimoni e osservatori e le molte condivisioni con chi legge di progressioni, esercizi e partiture. Incluso Simulazione di prossimità, manifesto posteriore a cui ha prestato voce la compagine degli artisti presenti. Il dopo, che è adesso, ci lancia in una prospettiva critica radicale. Post-festival. A cosa serve un festival? È necessario? Si chiude così il ciclo Peng, nel sentore di qualcosa di diverso».
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