Una mostra colossale si diceva, che occupa interamente il pian terreno del Palazzo delle Esposizioni, 600 oggetti provenienti dalle principali collezioni istituzionali italiane, modelli artigianali delle principali realizzazioni dell’architetto, ricostruzioni in scala 1:1, vedute di città, planimetrie, ritratti dei più grandi committenti – signori e papi – dell’epoca, elaborazioni multimediali a volontà ma soprattutto la preziosa opera grafica del Borromini: autentici capolavori del disegno d’architettura, custoditi per la maggior parte all’Albertina di Vienna (dove la mostra troverà ospitalità da aprile). Una mostra di livello internazionale, ben inserita nell’ambito dei festeggiamenti dell’Anno Santo, per celebrare un architetto che, nato nell’odierno Canton Ticino e formatosi a Milano nella fabbrica del Duomo, venne a Roma per confrontarsi con la città dei monumenti per eccellenza, non senza difficoltà.
Le iniziative collaterali alla mostra sono molteplici: gli enti organizzatori si sono impegnati per attuare, in contemporanea allo svolgimento dell’esposizione, un nuovo progetto di ricerca i cui primi risultati saranno comunicati in un convegno internazionale a Roma; con il contributo dell’Ambasciata di Svizzera è stato realizzato sul territorio, per le vie di Roma, l’itinerario borrominiano. Il Palazzo delle Esposizioni ospita una mostra eccellente e degna del gran genio di Borromini (incredibile la mancanza d’altre lingue oltre all’italiano nell’allestimento) ma la vera mostra dell’architetto è Roma stessa.
massimiliano tonelli
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Ciao Massimiliano, l'articolo e' molto ben scritto e completo di informazioni e il vostro giornale mi piace proprio! complimenti per la grafica...