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dal 21.XII.1999 al 18.III.2000 | Capogrossi – i segni del Secolo | Roma, GNAM

di - 29 Gennaio 2000

Due sale ben distinte per quanto riguarda la tipologia dei dipinti esposti. Per certi versi sorprendentemente, la prima sala è dedicata al primo Giuseppe Capogrossi. Si tratta probabilmente della parte meno celebre dell’opera di Capogrossi: quadri figurativi.
Forse i più associano il nome “Capogrossi” al “Segno” ovvero a quel particolare stile fatto unendo una serie di segni formati da una curva ed alcune linee oblique, nella prima sala invece possiamo ammirare un Capogrossi che si autoritrae, che dipinge paesaggi, scene di natura morta e di vita comune. Molti hanno visto in queste opere, che vanno fino alla Seconda Guerra, già una tendenza all’astrattismo che entrerà prepotentemente nella vicenda artistica del pittore negli anni successivi. Per quanto ci riguarda notiamo una serenità in queste opere del primo periodo, una giocosità, un’ironia che si concretizza in soggetti ricorrenti come maschere e chitarre.
La seconda stanza è sconcertante ed affascinante ad un tempo. E’ qui che domina quel Segno di cui abbiamo parlato, l’esposizione ci aiuta a capire il passaggio, sul finire degli anni Quaranta, dal figurativismo all’astrattismo. Il tutto è e vuole essere metafora di un intero secolo, il Novecento, in cui il dibattito tra queste due diverse concezioni dell’arte si è accesso e consumato. Ma cosa è questo Segno posto a soggetto omnipresente delle opere di Capogrossi? Si tratta di un esercizio prospettico che riprende i dettami rinascimentali, è una rappresentazione onirica, immaginifica ed ironica dell’uomo o forse il Segno non è altro che un altro modo per dipingere quelle maschere e chitarre di cui il pittore parlava prima della Guerra?
Grande merito dunque a questi due Saloni Centrali della GNAM – ormai definitivamente consacrati alle grandi mostre – che ci hanno condotto attraverso i cambiamenti di poetica di un grande dell’arte contemporanea nazionale.

massimiliano tonelli


“Capogrossi: i segni del Secolo”. Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131, Roma. Tel:06322981. www.gnam.arti.beniculturali.it. Fino al 19 Marzo. Ore 9 –19. £ 12000/6000 gratuito sotto i 18 e sopra i 65 anni. Catalogo Alemandi. Accesso disabili: SI; servizi igienici: SI; lingue straniere: NO, bookshop: SI, bar/ristorazione: SI, audioguide: NO, tempo di visita: 50min.

[exibart]

Le foto tratte da Archivio della Scuola Romana

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