Forse rotolano, forse no alcune noci lasciate (dimenticate da un precedente, ignoto inquilino?) a terra, sparpagliate nella stanza bianca: si muoveranno seguendo l’inclinazione del pavimento, si muoveranno se qualcuno attraverserà l’ambiente, ne percorrerà il perimetro alterando – con il peso del proprio corpo – l’equilibrio che dovrebbe saldare perfettamente la base alle facce laterali (le pareti) e alla faccia superiore (il soffitto) di quella sorta di cubo candido che è Tamburo, installazione di Massimo Bartolini (Cecina, 1962) per il Magazzino d’Arte Moderna.
Slitta leggermente il pavimento, si scolla nei punti dove di solito si innestano i muri, cede mentre il suo unico, (i visitatori entrano uno alla volta ha scritto l’artista e lo ribadisce anche Cloe Piccoli, curatrice della mostra, nel testo introduttivo) provvisorio abitante muove i primi passi in un luogo dove niente può essere occultato, perché effettivamente non c’è nulla oltre quel bianco totale che rende impercettibili i confini e il disegno instabile formato da poche noci, come punti di una traiettoria destinata – seguendo gli assestamenti del piano inclinato – ad un progressivo, ma lentissimo modificarsi.
Divertito, stupito, o magari indispettito dall’interferenza minima del pavimento che si muove, il visitatore può proseguire quella specie di ricognizione obbligata lungo le pareti, poi esce e torna nello spazio adiacente, dove i piedi poggiano su una superficie inerte, dove persistono molte ambiguità e questioni irrisolte, ma almeno dal solaio non c’è da aspettarsi nulla, salvo sconvolgimenti riconducibili a cause naturali. L’evento – di entità trascurabile se pensiamo che la pendenza è lieve e che si assesta ad un livello corrispondente al peso del visitatore – resta nell’altra stanza.
In mostra anche un disegno e un’immagine fotografica. Su un foglio bianco un contorno nero continuo distingue gli alberi: sembrano sospesi, forse in attesa che il tutto venga completato, forse lasciati a galleggiare, invece sono le linee che testimoniano un precedente piegatura del foglio a suggerire un possibile paesaggio.
Nella foto un piccolo scorcio dal giardino di una villetta: prato, lastricato intorno alla casa, intonaco giallino e… l’alberello proprio di fronte, con le radici ben salde al terreno è straordinariamente inclinato verso l’abitazione. Il fogliame assedia una finestra.
articoli correlati
Bartolini tra i partecipanti della prossima Manifesta
Installazione di Bartolini nella mostra Atlantide, nelle campagne senesi
Collettiva di artisti italiani a Monaco di Baviera
maria cristina bastante
mostra vista il 7 marzo 2002
La sede delle gallerie d'Italia di Torino ospita fino al prossimo settembre la mostra Cristina Mittermeier. La grande saggezza, affidata…
Dieci sassofonisti per dieci alberi: Massimo Bartolini ci parla della performance al Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, per…
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
Danze, riti funebri, rave e pratiche decoloniali e legate all’attivismo: dal 5 al 14 luglio 2024, va in scena la…
Una serie di percorsi per scoprire, insieme ad Untitled Association, le mostre e i progetti più interessanti durante i giorni…
Fino al 19 maggio Riccardo Arena espone al Museo Elisarion di Locarno il risultato di una ricerca iniziata nel 2021,…