Categorie: roma

fino al 13.XI.2009 | barbarauccelli | Roma, Ingresso Pericoloso

di - 6 Novembre 2009
L’essenzialità. È questa la principale caratteristica dei
lavori di barbarauccelli (Premosello, Verbania, 1975; vive a Bologna). Il primo atto è stato,
infatti, definire ciò che era fondamentale, per liberarlo da ogni ridondanza.
Una “fatica” che ha visto impegnata l’artista per ben due anni. Tempo dedicato
alla lettura delle opere e delle biografie di Anne Sexton, Marina Tsvetaeva,
Sylvia Plath, Sarah Kane e Virginia Wolf.
Cinque autrici accomunate da una traumatica e definitiva
scelta: quella di interrompere il flusso della propria esistenza. “E non
sono donne disperate
”,
racconta l’artista, perché dai loro scritti si evince la loro forza, il loro amore per
la vita; ma sono donne che hanno voluto scegliere. L’atto estremo di confermare
la loro piena autonomia e proprietà di se stesse
”.
Ecco allora i loro “ritratti”. Che non potevano certo
risolversi in una banale rappresentazione bidimensionale. Sicché barbarauccelli
ha ricreato “quello” specifico momento, quello in cui ognuna prende
consapevolezza e compie la propria scelta. Attraverso l’azione performativa, le
ha singolarmente interpretate nell’ultimo minuto della loro esistenza, nell’ora
esatta del supremo atto. In un’essenziale scenografia, capace di far
individuare immediatamente il personaggio ritratto: un sedile di un’automobile
e un bicchiere da cocktail; una sedia imbottita e una spessa corda; una cucina a
gas e una borsetta da passeggio; alcuni blister di medicinali e un bicchiere
d’acqua; una “porzione di fiume” e alcuni sassi.
Con indosso la pelliccia della madre e il suo Martini in
mano, Anne Sexton (Premio Pulitzer nel 1967) osserva dalla stampa fotografica
il visitatore appena entrato in galleria. Lei che si uccide col monossido di
carbonio della propria auto. Lei immortalata nella foto e nell’ultimo minuto
della sua vita ritratto nel video. Marina Tsvetaeva di anni ne aveva 49 quando
ha deciso d’impiccarsi a una trave del soffitto della camera presa in affitto.
Con indosso l’umile vestito tipico delle donne russe dell’epoca, è seduta su
una povera sedia.
È una brava madre Sylvia Plath (prima poetessa a vincere
il Pulitzer, postumo nel 1982) che, prima di compiere il suo definitivo atto,
accudisce i propri figli. Una donna e una madre di famiglia, consapevole del
proprio ruolo sociale e domestico. Ecco allora la sua borsetta e la cucina a
gas. Amica di Sarah Kane, anch’essa suicida con un cocktail di barbiturici
all’età di 28 anni. Mentre i sassi in tasca sono stati utili a Virginia Wolf
per raggiungere il fondo del fiume Ouse.
Sono donne che, fino all’ultimo, mantengono la forza del
loro spirito e con coraggio fissano l’obiettivo della macchina fotografica.
Donne che l’artista rivive, rimanendo sempre se stessa, nella femminile sigla
delle scarpe rosa.

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daniela trincia
mostra visitata il 3 ottobre 2009


dal 3 ottobre al 13 novembre 2009
barbarauccelli – writers
Ingresso Pericoloso, via Capo d’Africa 46 (zona Colosseo) – 00184 Roma
Orario: da martedì a venerdì ore 15.30-19.30 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0645496564; posta@ingressopericoloso.com; www.ingressopericoloso.com

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