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fino al 15.I.2011 | Giosetta Fioroni | Roma, La diagonale

di - 11 Gennaio 2011
Se Paul Celan parla di poesia come “regalo-regalo”, si potrebbe dire che anche per Giosetta Fioroni (Roma, 1932) vada considerato come un regalo la
sua pittura-pittura. In questo caso è un regalo fatto direttamente a Celan e a
tutti i visitatori che visitano questa piccolal, intensa mostra.

Nel prologo al catalogo, Giosetta Fioroni riflette sui
punti di partenza per queste opere, 7 libri d’artista e 6 tavole su carta a
mano, rimandando tutto alla poesia di Celan, di cui dice sia “provocatrice di immagini” che si
traducono come “una serie di visioni”.
Si capisce che la lettura della sua poesia l’abbia sempre accompagnata e che
questo non sia un impellente e momentaneo confronto, ma una voce presente e
costante nella sua vita, che viaggia quasi parallela alla sua opera.

Libri, carte e disegni; ci sono anche tre chine su carta
che rappresentano altrettanti ritratti del poeta, tra cui un ritratto
dell’artista da giovane, che hanno preso il via da “un solo verso, a più versi, o al titolo di una raccolta”. Giuliano
Briganti parla della sua pittura, e delle sue opere, come in grado di colpire
il segno, e questo sempre, al di là delle opere create per questa occasione.


Pur essendo attraversata dal dramma esistenziale di questo
poeta e conscia dalla sua ricerca formale, Fioroni ha introdotto una componente
che caratterizza tutta la sua opera, che è quello della levità. Lei le chiama
infatti “esili opere (fogli piegati in
forma di libro)”
che sono il frutto del suo racconto e della sua volontà di
memoria. Libri d’artista che vogliono essere sfogliati, toccati, perché da
Celan è stata colpita dalla “sua parte
materica
”; infatti, per richiamo formale ha usato aghi di porcospino,
sassi, capelli veri, legno, frammenti di porcellana, piume, specchi rotti,
tutto per avvicinarsi alla fisicità della sua poesia. Per fisicità, perché i
nomi che Celan usa nei suoi versi sono nomi di cose, di stati naturali come
l’acqua, del vento, della neve, del buio, della notte, del gelo, della pietra e
del cristallo o dei microliti, come ha chiamato la sua vasta raccolta di
pensieri e aforismi.

Si può senz’altro affermare che l’incontro con queste
opere sia perfettamente in sintonia con la poesia di Celan, ma anche con la
poesia come linguaggio materico. L’omaggio pittorico diventa universale perché
libera la forza immaginativa e visionaria di Giosetta Fioroni attraverso il
mondo di Celan. Opere che facilitano la complessità linguistica e poetica di
Celan, avvicinando il lettore alla possibilità visiva e tattile di questi
libri. Nel libro, ma si parla di fogli piegati, In Egitto, composto da 8 pagine, troviamo dei capelli che
ricordano anche un altro fondamentale confronto con Celan, quello di Anselm Kiefer, che ha dedicato un ciclo
di quadri ai capelli d’oro di Margarethe e a quelli cenere di Sulamith, che
richiamano i forni crematori dei campi nazisti.


Non ci si può confrontare con Celan se non attraverso la
tragedia, e Giosetta Fioroni ne è consapevole, soprattutto quando in Mohn und Gedächtnis, libro di 8 pagine,
cita sulla carta Todesfuge la poesia
in cui si parla proprio dei capelli di Margarethe. Non si può sfuggire alla
memoria: il papavero rosso che l’artista ha messo in questo libro, e che
ricorda una raccolta di versi intitolata Papaveri
e Memoria
(1952), ripresa anche da Kiefer, potrebbe far pensare all’oblio
delle cose. Ma la memoria inchioda tutti alla storia.

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Giosetta Fioroni – Fogli
in forma di libri e altre carte dedicate a Paul Celan

La diagonale librogalleria

Via dei Chiavari, 75 – 00186 Roma

Orario: da martedì a sabato ore 11-13 e 15-20

Ingresso libero

Catalogo disponibile

Info: tel. +39 0668136812; fax +39 0645432226; ladiagonale@ladiagonale.it; www.ladiagonale.it

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