Influenzato da Matisse e Cézanne, e più ancora dal futurista Balla, Turcato ha elaborato un proprio personalissimo codice
espressivo, un “linguaggio” pittorico che mescola la sperimentazione –
imprescindibile – a una prospettiva più propriamente analitica, capace di
offrire in ugual misura emotività e razionalità. Nell’abbacinante bianco delle
pareti della galleria, gli accostamenti di colore, spesso inediti, e le forme
tratteggiate sui quadri sembrano guadagnare spazio, uscendo dalla
bidimensionalità.
Sulle tele si muove un colore
puro, antimimetico e volto a descrivere il processo stesso della “metamorfosi”,
che trova nuove definizioni in base all’incidenza della luce: dai Reticoli (anni ’50) alle Superfici lunari (anni ’60), dagli Itinerari
e gli Arcipelaghi (anni ’70) fino ai Cangianti (anni ’80-’90), si delinea una netta predominanza del colore su
ogni altro aspetto, perché è proprio il colore la “veste” con cui il mondo si
presenta.
La
mano del pittore appare guidata da una totale libertà espressiva, unica legge a
cui obbedire, grazie alla quale il segno può finalmente dimenticare ogni
finalità denotativa e recuperare una certa qualità istintiva e più
squisitamente spontanea. Raccontava l’artista, nel momento del dipingere: “Il
colore si basa su un processo dinamico che si evolve e muta col mutare della
luce e del punto di vista. Così anche il quadro è dinamico, si muove, ‘cammina’
libero. I pittori hanno sempre cercato di ‘far camminare’ i quadri, creando
fantasie dinamiche, splendide… Dinamismo ed emozione sono in simbiosi”. Ed ecco
quindi che, proprio in questa ottica, il rapporto tra colore e forma diviene il
tramite necessario per l’invio di significati “ulteriori” al fruitore
dell’opera d’arte, per la definizione di nuove strade capaci di interpretare in
modo del tutto non convenzionale la realtà e di “accendere” i sensi.
Una via, questa, utile non solo
a svincolare il linguaggio artistico dalle “catene” dei dogmi accademici, ma
soprattutto necessaria per liberare la percezione umana da ogni pregiudizio
culturale e sociale che l’uomo stesso si autoimpone.
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mostra
visitata il 28 ottobre 2010
dal
21 ottobre 2010 al 15 gennaio 2011
Giulio Turcato – Metamorfosi
a cura di Silvia Pegoraro
Mucciaccia Arte Moderna e
Contemporanea
Piazza d’Ara Coeli, 16 (centro storico) – 00186 Roma
Orario: da lunedì pomeriggio a sabato ore 10-13.30 e 15.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0669923801; fax +39 0669200634; info@galleriamucciaccia.it; www.galleriamucciaccia.it
[exibart]
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