10 dicembre 2010

fino al 15.I.2011 Giulio Turcato Roma, Galleria Mucciaccia

 
Potenza del colore, capacità evocativa della forma: è l'universo espressivo in cui Giulio Turcato si muove. Alla continua ricerca di un approccio anticonformista, per descrivere la realtà...

di

Negli eleganti spazi della
Galleria Mucciaccia è allestita Metamorfosi, mostra interamente dedicata a Giulio Turcato (Mantova,
1912 – Roma, 1995), uno degli artisti più rappresentativi dell’astrattismo
pittorico italiano. Circa 50 opere nell’allestimento – dagli anni ’40 agli anni
’90 – per descrivere tutta la parabola creativa che ha coinvolto Turcato; un
percorso intenso e complesso durante il quale l’artista è riuscito a esplorare
in modo del tutto originale il misterioso rapporto tra la forma e il colore.

Influenzato da Matisse e Cézanne, e più ancora dal futurista Balla, Turcato ha elaborato un proprio personalissimo codice
espressivo, un “linguaggio” pittorico che mescola la sperimentazione –
imprescindibile – a una prospettiva più propriamente analitica, capace di
offrire in ugual misura emotività e razionalità. Nell’abbacinante bianco delle
pareti della galleria, gli accostamenti di colore, spesso inediti, e le forme
tratteggiate sui quadri sembrano guadagnare spazio, uscendo dalla
bidimensionalità.

Giulio Turcato - Superficie lunare - 1971 - olio su gommapiuma - cm 60x110
Sulle tele si muove un colore
puro, antimimetico e volto a descrivere il processo stesso della “metamorfosi”,
che trova nuove definizioni in base all’incidenza della luce: dai Reticoli (anni ’50) alle Superfici lunari (anni ’60), dagli Itinerari
e gli Arcipelaghi (anni ’70) fino ai Cangianti (anni ’80-’90), si delinea una netta predominanza del colore su
ogni altro aspetto, perché è proprio il colore la “veste” con cui il mondo si
presenta.

La
mano del pittore appare guidata da una totale libertà espressiva, unica legge a
cui obbedire, grazie alla quale il segno può finalmente dimenticare ogni
finalità denotativa e recuperare una certa qualità istintiva e più
squisitamente spontanea. Raccontava l’artista, nel momento del dipingere: “Il
colore si basa su un processo dinamico che si evolve e muta col mutare della
luce e del punto di vista. Così anche il quadro è dinamico, si muove, ‘cammina’
libero. I pittori hanno sempre cercato di ‘far camminare’ i quadri, creando
fantasie dinamiche, splendide… Dinamismo ed emozione sono in simbiosi”
. Ed ecco
quindi che, proprio in questa ottica, il rapporto tra colore e forma diviene il
tramite necessario per l’invio di significati “ulteriori” al fruitore
dell’opera d’arte, per la definizione di nuove strade capaci di interpretare in
modo del tutto non convenzionale la realtà e di “accendere” i sensi.

Giulio Turcato - Arcipelago - 1972 - olio e tecnica mista su tela - cm 70x100
Una via, questa, utile non solo
a svincolare il linguaggio artistico dalle “catene” dei dogmi accademici, ma
soprattutto necessaria per liberare la percezione umana da ogni pregiudizio
culturale e sociale che l’uomo stesso si autoimpone.

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visitata il 28 ottobre 2010


dal
21 ottobre 2010 al 15 gennaio 2011

Giulio Turcato – Metamorfosi

a cura di Silvia Pegoraro

Mucciaccia Arte Moderna e
Contemporanea

Piazza d’Ara Coeli, 16 (centro storico) – 00186 Roma

Orario: da lunedì pomeriggio a sabato ore 10-13.30 e 15.30-19.30

Ingresso libero

Info: tel. +39 0669923801; fax +39 0669200634; info@galleriamucciaccia.it; www.galleriamucciaccia.it

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