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Fino al 15.X.2017 | I Fori dopo i Fori | Mercati di Traiano, Roma

di - 30 Settembre 2017
Quanto e come è cambiato il volto di Roma nel tempo? Quali sono i mutamenti più incisivi che hanno trasformato Roma antica nella città medievale e moderna? Com’è sorto per esempio il quartiere Alessandrino e com’era il Colosseo nel V secolo? In che circostanze è avvenuto il famoso sbancamento della Suburra, quello che, per intenderci, ha dato luogo proprio alla sede della mostra, ovvero (il Foro e) i Mercati di Traiano? Questi e altri luoghi e monumenti con le operazioni urbanistiche insieme ai passaggi e le modifiche della città sono stati oggetto di una mostra che sta per concludersi e che ha illustrato le scoperte e i rinvenimenti degli ultimi 20 anni. Per comprendere le alterazioni urbane con un solo colpo d’occhio basterebbe andare sulla terrazza del Gianicolo dove si vede bene come centinaia di chiese abbiano preso il posto di templi e luoghi di culto pagani. Questo è successo grazie alla trasformazione avvenuta nell’Urbe in seguito alla diffusione della religione cristiana. Il resto poi lo fa oltre alla mostra anche l’immaginazione sul filo dei resoconti storici che permettono di crearci nella mente come poteva essere Roma a partire dal V secolo, quando a causa di gravi eventi bellici (la guerra greco-gotica del 535-553) e del trasferimento della capitale a Milano con Massimiano la città era quasi completamente spopolata. Si passò in pochi anni da 1 milione di persone a 50 mila.
Questa situazione cambiò solo dopo la vittoria ad opera di Belisario e Narsete sui Goti. Ma prima, nell’arco degli anni medievali e rinascimentali quali furono le conseguenze artistiche e urbanistiche a partire dalle fasi di spopolamento e  durante queste profonde trasformazioni?Alcune novità emerse dagli studi sono eccezionali e ne danno risposta perché hanno permesso di colmare anche altre lacune conoscitive legate alla rioccupazione delle aree antiche abbandonate o variamente utilizzate (come il Foro della Pace dove fu costruita la chiesa dei SS Cosma e Damiano e il Foro di Cesare in chiesa di S. Adriano) e in altri casi anche di comprendere lo sviluppo preciso della toponomastica (è il caso del Campo Carleo che porta in nome e il ricordo di chi, Kaloleus, avviò l’intervento di bonifica nel foro di Traiano). Tra gli altri ritrovamenti importanti è stato rinvenuto un rarissimo esemplare di fornace rinascimentale per la cottura delle maioliche (boccali e ciotole carenate sono esposte) riportando alla luce quindi anche l’attività produttiva delle botteghe artigianali del tempo.
I Fori dopo i Fori, vista della mostra
Ritrovata anche l’iscrizione di un tale Gerontius (poco prima del 523) che doveva essere il senatore incaricato al cantiere di demolizione autorizzato al recupero di materiale edilizio. E le riqualificazioni di parte dei Fori come quello dell’antico tempio dedicato a Marte Ultore nel foro augusteo poi riutilizzato dai monaci basiliani per l’edificazione del loro monastero. Tutto fa presupporre insomma che il volto di Roma sia radicalmente cambiato nel corso del tempo anche grazie all’asportazione di materiale antico che doveva essere riutilizzato. Qualche volta però queste operazioni sono risultate dannose come nel momento in cui fu strappata la pavimentazione marmorea della piazza del Foro di Traiano trasformata in calce, operazione che sconvolse le pendenze per il deflusso dell’acqua piovana tanto da avere conseguenze sull’invaso che infatti fu allagato e provocò uno strato di fango. L’esposizione “I Fori dopo i Fori” non solo ricostruisce le vicende costruttive e urbanistiche di Roma tra V e X secolo, ma fa luce anche sulle attività di ogni giorno svolte dagli abitanti dell’epoca. Allestiti in teche e protetti ci sono vari oggetti di vita quotidiana tra cui ben 34 monete provenienti dal monastero di S.Urbano. Si tratta per la maggior parte di paoli, grossi e parpagliole pontificie rinvenute in boccali del XVI secolo dove probabilmente furono nascoste. Altri reperti interessanti sono le forme per la fusione e sbalzo della pietra che arrivano dalle case degli ultimi abitanti del quartiere alessandrino (demolito definitivamente nel 1933). Preziosa la lastra di pluteo proveniente da una casa su via della Croce Bianca (Foro di Nerva), che è solo leggermente scalfita e reca un raro motivo decorativo di rete a treccia. Curiosa è la presenza di un uovo marmoreo a grandezza naturale (detto éndice o guardanidio) che veniva collocato nel nido delle galline perché queste vi tornassero a fare le uova! Un’invenzione ingegnosa che  non sorprende ai tempi degli antichi romani.
Anna de Fazio Siciliano
Mostra visitata il 5 aprile

Dal 29 marzo al 15 ottobre 2017
I Fori dopo i Fori. La vita quotidiana nell’area dei Fori Imperiali dopo l’antichità
Mercati di Traiano
Via Quattro Novembre, 94 – Roma
Orari: da lunedì a sabato dalle 09:30 alle 19:30
Info: www.zetema.it

Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi  nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi.   Gli articoli di Anna su Exibart.com

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