Tangier Suite è un viaggio attraverso il dispiegarsi di una personalità artistica e umana variegata. Cileno di nascita, Francisco de Corcuera ha vissuto il suo percorso artistico tra Santiago, New York, Madrid e Stoccolma.
Quest’ultima serie di quadri affonda le sue radici nel sottile e inafferrabile calore della terra africana. La sensazione immediata è quella di trovarsi di fronte ad una mappa, ma addentrandosi le linee diventano sempre più incostanti, sfumate, inafferrabili, parte di un tutto imprescindibile. Un tutto che abbatte i confini terrestri e sfocia impetuosamente all’interno di un realtà emotiva, passionale, viscerale.
Una molteplicità di strati significanti emerge gradualmente, ma è indispensabile una disponibilità a lasciarsi invadere dalla tela e a lasciarsi stupire da forme appena percepibili.
Lasciarsi rapire da questa sovrapposizione di dimensioni spaziali crea un abbattimento della dimensione temporale: è come se il tempo si dileguasse nei molteplici luoghi immaginari e astratti, ma densamente evocativi, che l’esplorazione della pittura di de Corcuera consente di percepire. “Come artista mi concentro fortemente su soggetti che hanno a che fare con la natura dello sconosciuto e dell’astratto. Eterne questioni che giacciono profondamente dentro ognuno di noi”, dichiara.
Lo stesso processo creativo si basa su di una struttura di sovrapposizioni (di materiali, di segni, di forme, di parole) che si rivelano efficaci nel loro isolamento, ma necessari all’integrità della complessità. Così l’artista descrive la genesi
Contrastante con l’ampiezza del flusso emotivo che Tangier Suite genera, si rivela la ristrettezza dello spazio espositivo, che se da un lato pare soffocare questa dinamicità, dall’altro ricrea quella intimità necessaria a un pieno coinvolgimento del visitatore. Dell’intera serie di quattordici opere se ne possono vedere solo tre, le più recenti: una parzialità -peraltro dovuta alle dimensioni della galleria- che sicuramente non giova ad una profonda comprensione di questo lavoro.
daniela gusmano
mostra visitata il 14 febbraio 2006
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