Una finestra che si apre sul panorama storico, artistico e letterario del XIX secolo attraverso un grande personaggio: Alessandro Manzoni. La collezione esposta illustra la storia d’Italia nelle sue relazioni con la cultura europea. Nel silenzio delle sale del Teatro dei Dioscuri sono conservate le minute delle opere di Manzoni insieme ai testi che componevano la sua biblioteca.
Erede di tutta la collezione manzoniana è il primogenito di Alessandro, Pietro. Alla sua morte, il patrimonio viene ripartito tra i suoi quattro figli, e nuovamente riunito, quando i tre fratelli cedono a Pietro Brambilla, marito della sorella Vittoria, i propri esemplari. Nel 1886 Brambilla dona tutto alla Biblioteca Braidense di Milano, che ancora oggi conserva la collezione.
La mostra è articolata in 6 tappe di un percorso che prende le mosse dall’esperienza francese di Manzoni, momento in cui lo scrittore italiano incontra Claude Fauriel e realizza la sua prima opera impegnativa, Il Trionfo della Libertà (1810).
La seconda sezione è dedicata alla stesura degli Inni Sacri; la terza agli esordi romantici nella Milano di Porta, Grossi e Hayez; la quarta all’esperienza teatrale e quindi rivela i contatti di Manzoni con Goethe, che recensì l’Adelchi e Il Conte di Carmagnola; la quinta al romanzo, dalla prima redazione del Fermo e Lucia fino alla conclusione della stampa della II edizione dei Promessi Sposi. L’itinerario artistico-letterario si conclude con la questione della lingua che impegna lo scrittore negli ultimi anni della sua vita. Non è impreciso parlare di itinerario artistico-letterario in quanto ai testi sono affiancate acqueforti, dipinti e sculture al fine di fornire un quadro esaustivo dell’epoca. Il dato più rilevante è senz’altro lo sforzo di uscire da una dimensione chiusa e limitante come quella italiana e volgere lo sguardo altrove, all’Europa.
I manoscritti manzoniani del suo periodo più attivo presentano caratteri omogenei. La stesura procede sulla colonna destra di un foglio formato “protocollo” diviso a metà in altezza. Sulla colonna sinistra trovano spazio correzioni e rifacimenti, spesso così consistenti da richiedere una trascrizione, come nel caso della minuta del Fermo e Lucia.
Tra le opere che accompagnano i testi nell’esposizione segnaliamo:
Massimo D’Azeglio (1798-1866), Veduta di Villa Manzoni a Brusuglio (1830), olio su tela
Antonio Canova, Busto di Napoleone Buonaparte Primo Console (1802), scultura
Francesco Hayez, Studio per il dipinto “Il Conte di Carmagnola”, acquarello su carta
Eliseo Sala (1813-1879), Lucia Mondella (1843), olio su tela
Litografie a matita grassa di Gallo Gallina (1796-1874) e di Roberto Focosi (1806-1862): Scene tratte dai Promessi Sposi.
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