Loghi d’Italia. Storie dell’arte di eccellere non è soltanto una mostra. Oltre a far parte di un progetto itinerante – dal 2009 girerà il mondo – ha le caratteristiche di un racconto appassionante, fatto sì di loghi, slogan, locandine e oggetti, ma soprattutto di persone. Quelle stesse persone che, dal Settecento a oggi, con la propria creatività hanno costruito, mattone su mattone, il tessuto produttivo del nostro Paese, permettendo al
made in Italy di essere esportato con successo in tutto il globo.
Il connubio proficuo e stimolante che ha portato la genialità industriale a unirsi a quella pubblicitaria e artistica ha raggiunto in Italia risultanti eccellenti: quando la fatica del lavoro si lega alla forza di volontà, alla capacità di rischiare e alla fantasia, allora l’esito positivo è assicurato. Ma, ancor più importante, è che molte delle aziende presentate in mostra si siano fatte portatrici di messaggi anticonvenzionali, sfidando la morale corrente e imponendo nuovi stili di vita, soprattutto nel periodo del boom economico, quando il Paese stava raccogliendo le macerie lasciate dalla guerra. N
on solo. Queste aziende sono state così intelligenti e lungimiranti da raccogliere gli stimoli provenienti dal mondo dell’arte, della cultura, dell’architettura, della cinematografia, inglobandoli nei loro prodotti.
Attraverso un percorso che si snoda lungo diverse sale del castello, il visitatore può dunque toccare con mano i tre principali momenti della mostra, rispettivamente “Storie di Loghi”, “Storie di Nomi” e “Luoghi d’Amore”, a significare l’importanza che nel cammino di una nazione hanno la memoria, l’identità e il futuro. Pur riconoscendo agli organizzatori il merito di aver concepito una mostra per così dire hi-tech, con importanti dettagli tecnologici (ci sono cinque videoinstallazioni, un tappeto interattivo e un’installazione sonora), il fascino di
Loghi d’Italia consiste nella dimensione umana che queste aziende esprimono attraverso la propria produzione.
Chi, infatti, non ricorda l’allegria di Carmencita e Caballero, i “testimonial” della Lavazza, divenuti in seguito autentiche star del Carosello? Oppure il romanticismo dell’illustrazione dedicata al Bacio Perugina, ispirata ai protagonisti di
Via col Vento? E, ancora, quel senso di familiarità tipico della Barilla e della “casa” del Mulino Bianco, la trasgressione “etica” di
Oliviero Toscani nelle campagne pubblicitarie per Benetton, la rivoluzionaria innovazione introdotta dalla Piaggio con la mitica Vespa? O le indimenticabili e conturbanti locandine del liquore Strega o del Martini?
Valorizzare la memoria storica e culturale delle imprese italiane che negli anni hanno permesso all’identità del nostro Paese di formarsi definitivamente è qualcosa che non va sottovalutato. Anche perché chiunque decida di intraprendere questo sorprendente viaggio nella pubblicità ha davvero l’occasione di riconoscere se stesso e la propria vita in ciò che vede.