Un sottile filo rosso sembra connettere, negli anni recenti, le mostre di Enzo Cucchi (Ancona, 1949) con la più varia provincia italiana. Pesaro, Siracusa, Frascati ed ora Genazzano sono tutti centri al di fuori dei grandi circuiti artistici nazionali ed internazionali. In ognuna di queste occasioni, tuttavia, il pittore ha interpretato l’esposizione mixando di volta in volta radicato legame territoriale ed arioso respiro internazionale. Il cambiamento dei palcoscenici, voluto e non subìto sia chiaro, non ha fatto
Nelle soverchianti volumetrie dei saloni patrizi di Castello Colonna, a Genazzano, novanta opere di tutte le dimensioni distillano un percorso cronologico-esistenziale della pittura di Cucchi; a venticinque anni esatti dalla prima personale, a Roma – sua città/musa d’elezione – in Palazzo Taverna. La mostra prende avvio dal piccolo acrilico La Pace delle Piogge, del 1978 l’anno in cui Cucchi approda definitivamente alla pittura; allora come oggi sono i titoli, incomprensibi, sospesi, stranianti, misteriosi ed avvolte apparentemente slegati dall’immagine del quadro. Allora come oggi – dicevamo – sono i titoli a regalare il primo livello di lettura che giace su un ponte saldamente edificato tra pittura e letteratura, tra produzione visiva e suggestione poetica. Contrappunti che Cucchi non abbandonerà mai e che concederanno sempre ai lavori un potentissimo valore narrativo, sacrale, evocativo…
Dal piccolo acrilico la mostra esplode decisamente, in verticale. L’ottimo curatore Gianni Mercurio ha predisposto un allestimento presuntuoso, una risposta
La costellazione di novanta opere che compongono la più grande retrospettiva mai allestita di Enzo Cucchi riesce a catapultarci nel bel mezzo di un racconto autenticamente autodidatta, fantasmagorico e costantemente assurdo, impaginato da un poeta visivo che sa descrivere cose grandi con la semplicità
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Complimenti per l'articolo perche' ci illumina un po' su quello che succede nel mondo della pittura contemporanea. Enzo Cucchi? No grazie non mi ispira molto. Lo trovo un personaggio molto triste.
Misteriosi i quadri di Enzo Cucchi, il più visionario dei nostri pittori contemporanei.
Ricerca e rappresentazione complessa della figura umana.
Bello l'articolo di Massimiliano Tonelli.