Uno splendido Autoritratto come Alessandro Magno, dipinto da un Lorenzo Bernini (1598-1680) poco più che ventenne, apre la mostra romana. Accanto, un ritratto a mezzo busto di Borromini, dipinto da Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio (1639-1709). Il contrasto tra le due figure non può non colpire. Da un lato Bernini raffigurato nel pieno della sua giovinezza come un condottiero ellenico: l’elmo col pennacchio calato sulla testa e una ciocca di capelli ricci nerissimi che incorniciano un profilo adolescente. Dall’altro, Borromini in età avanzata, in tutta la sua severità seicentesca: la capigliatura e i baffi grigi, il lungo colletto bianco inamidato che sporge sul vestito nero.
Sono loro, Bernini e Borromini, insieme a Pietro da Cortona, i protagonisti dell’età barocca. Con la committenza di tre grandi papi: Urbano VIII Barberini (1623-44), Innocenzo X Pamphili (1644-55) e Alessandro VII Chigi (1655-66). In un secolo contrassegnato da forti crisi religiose (la Controriforma) e da una marginalizzazione del papato. A loro tre Urbano VIII affida la progettazione di importanti opere, come l’imponente baldacchino della basilica di San Pietro o la nuova reggia dei Barberini ai piedi del Quirinale. Un nuovo linguaggio delle arti emerge e dall’Italia si dirama nel resto del mondo: il Barocco.
La mostra, curata da Paolo Portoghesi e Marcello Fagiolo, propone un itinerario lungo i più suggestivi monumenti romani dell’epoca barocca. Un momento eccezionale per la creatività, l’estro e la monumentalità tale da portare i suoi frutti al di fuori dell’Europa, fino nel Nuovo Mondo.
Delle 150 opere esposte, spiccano i modelli
La mostra inoltre dedica ampio spazio a ciò che viene definito “il barocco interrotto”: opere progettate e mai portate a termine, per mancanza di mezzi o per volere dei committenti. Tra queste ultime si possono scoprire autentici gioielli, come la Villa del Pigneto Sacchetti, progettata da Pietro da Cortona e sprezzantemente definita da Bernini “un presepio”.
Carichi di suggestione i progetti relativi alla ricostruzione del “Foro Pamphili” borrominiano di piazza Navona, con il palazzo di Innocenzo X, la chiesa di s. Agnese e la Fontana dei Fiumi (quest’ultima poi assegnata al Bernini) o i progetti per il Louvre di Pietro da Cortona e Bernini.
Da notare, tra gli oggetti eccezionalmente concessi in prestito dalla Fabbrica di San Pietro, il “calco della colonna santa”, ossia il modello delle quattro colonne tortili del baldacchino di San Pietro, e la prima versione della Cattedra di San Pietro di Bernini con il modello della colomba dello spirito santo eseguito a tempera su tela.
consuelo valenzuela
mostra visitata il 20 luglio 2006
Fino al 24 novembre le Procuratie Vecchie di Piazza San Marco accolgono la più importante esposizione di Robert Indiana ospitata…
Alex Da Corte torna a Milano con una nuova irriverente rassegna di opere, tra dipinti, sculture e installazioni. È la…
A quasi un mese dalla morte di Massimo Uberti, il fondatore di Casa Sponge Giovanni Gaggia lo omaggia con un…
Fino al primo giugno, Ersilia. Praticare l’altrove è il racconto corale al MACTE Termoli che reinterpreta la città tra folklore,…
Il sodalizio con l’Esposizione Internazionale d’Arte si riconferma anche in occasione della 60. edizione arricchendosi di una illy Art Collection…
Lino Musella lega tre brevi pièce del grande drammaturgo Harold Pinter sul filo della potenza della parola, tra questioni razziali…