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Fino all’11.IV.2015 | Light, Luce e Leggerezza | Pio Monti art contemporanea, Roma

di - 9 Aprile 2015
La mostra “Light, Luce e Leggerezza” alla galleria Pio Monti presenta nei paradossi delle opere di Esposito, Iaria e Bloom ma anche di Consiglio e Cucchi, Levini e Lim, Lisanti, Mochetti, Pintaldi, nonché Prini e Spalletti, quanto a volte la vita dell’arte si riveli di un’insostenibile leggerezza.
Fino all’11 aprile ogni opera si lascia intravedere attraverso una nuova interpretazione perché infatti nonostante la grande diversità tecnica e figurativa o concettuale, le 12 installazioni sono rivissute alla “luce” del tempo presente e della rielaborazione sul passato.
Teresa Iaria rivisita un’opera di dieci anni fa filtrata dalla sua nuova esperienza pittorica e figurativa e ci spiega che ‹‹l’opera in tre pezzi Multiverse Project del 2015 è composta da un video Multiverse del 2005, una scultura sospesa del 2015 (in plexiglass e fili da pesca) e un dipinto del 2015 (acrilico su tela cm 60×80). È la videoproiezione il nucleo dell’opera e anche se condivide con la scultura e il dipinto la stessa struttura formale viene oggi rimodulata dalla luce della proiezione. Incontrando quel tocco di leggerezza della scultura sospesa si cristallizza nell’immagine di un dipinto a sua volta composto da una miriade di frecce. Questo intreccio dinamizza lo spazio e lo riconduce agli intervalli spazio temporali del video (punti rossi) e della scultura (piccoli fori attraversati da stringhe)››.

Di Mario Consiglio si rilegge dopo 20 anni l’opera esposta in chiave più letteraria ma forse in più arricchita della sua esperienza in Germania. Il pezzo esposto da Pio Monti è del ’97 ed è stato ritrovato dallo stesso gallerista. È l’immagine di un santo con un’espressione sbalordita San Sorpreso.
Mario Consiglio aggiunge che ‹‹l’altra opera Datevi fuoco in lycra, gommapiuma e legno, l’ho portata di mia volontà perché in qualche maniera rappresenta un po’ la sintesi del mio lavoro fino ad oggi.
All’inizio della mia vita artistica ho usato tecniche che poi ho abbandonato per molti anni dedicandomi alla sperimentazione libera e caotica soprattutto durante il periodo berlinese durato due anni e mezzo. Ultimamente invece ho avuto l’esigenza di ritornare ad un lavoro più razionale, soprattutto dal punto di vista visivo, usando l’impronta più concettuale del lettering››.
Nel Lampo di Cristiano Pintaldi si usa come elemento concettuale il pixel perché l’immagine mediatica gioca con l’illusione della verità. L’immagine infatti è così veloce che si può vedere solo sommariamente diversamente da ciò che succede in pittura dove invece si fissa in eterno il movimento. Il flusso del lampo invece non si può fermarlo è come il tempo, inafferrabile.
Il titolo dell’intera rassegna “Light” è quanto mai emblematico perché le opere sono tutte toccate dallo stesso fascio luminoso del tempo e della luce. Infatti anche l’allestimento, che prevede la scelta di non separare le opere, ha evidenziato come una linea continua scaturisca dall’arte e unisca illuminando tutti i percorsi personali in un’unica visione di “grazia”.
Ma contemporaneamente è lampante come le scelte che ognuno degli artisti compie appaiono in fondo del tutto irrilevanti e quindi leggere perché il contrasto tra la fuggente evanescenza della vita, e viceversa, la necessità umana di rintracciare in essa un significato, si risolve in un paradosso a volte insostenibile.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 03 aprile
Dal 21 marzo all’11 aprile 2015
Light, Luce e Leggerezza
Galleria Pio Monti
Piazza Mattei 18, Roma
Orari: lunedì 15-20, da martedì a venerdì 11-20
Info: tel. +39 06 6821 0744

Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi  nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi.   Gli articoli di Anna su Exibart.com

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