Categorie: sardegna

fino al 31.XII.2009 | Pittura sarda del Novecento | Sassari, Mus’a

di - 12 Giugno 2009
Al secondo piano del Mus’a si articola il percorso espositivo in tre sale, a tema “I volti, gli sguardi”, “I sogni, la città”, “La natura, i rituali”. Le opere esposte sono di proprietà statale, provenienti da generose donazioni d’inizio secolo. A colmare le lacune, alcuni prestiti da enti pubblici e collezioni private degli eredi degli artisti. Le opere, in parte restaurate di recente, sono esposte in buone condizioni, in spazi ampi e luminosi.
Un’ampia rassegna di opere di quella che potrebbe esser definita una “scuola sarda della pittura” del primo Novecento, che diede rinnovamento e valore all’immagine della Sardegna in ambito internazionale. Dalle premesse moderniste che traggono linfa dal carattere fortemente etnico delle rappresentazioni ai paesaggi caratterizzanti l’isola, fino a esiti novecentisti, per approdare alle neoavanguardie.
Filippo Figari è presente con Donna d’Atzara (1940), fiero ritratto dall’intenso sguardo, con il volto incorniciato dalla candida benda di lino (sa tiagiola) dell’abito, soggetto prediletto in molte opere, dove si esalta la civiltà nobile, pura ed eroica sarda. Figari fondò nel 1935 la Scuola d’Arte di Sassari, divenuta nel 1940 Istituto d’Arte, dove si formarono molti artisti della generazione successiva, come Costantino Spada.

Nel Mattino in un villaggio sardo (1912) di Giuseppe Biasi, esposto alla I Mostra della Secessione Romana nel 1913, un decorativismo espressionista-sintetista dalla stilizzazione primitivista restituisce al mondo sardo rappresentato un’aria esotica e fiabesca. Un’idea di femminilità fortissima e intrigante traspare dagli abiti delle donne d’un tempo: i corpetti che avvolgono il busto, le camicie di pizzo, le gonne plissettate che si muovono sinuosamente all’incedere del passo. Una bellezza che trova il fondamento nel coprire le forme: l’opposto della moderna seduzione. Una particolarità contraddistingue alcune opere che portano la dedica dell’artista al collezionista e amico Giovanni Tomè, illustre uomo di commercio sassarese.
Fra le opere di artisti non sardi ma operanti nell’isola va citato il Ritratto di Josephine Racca Arborio Mella di Sant’Elia (1928) di Aldo Severi. Grande collezionista d’arte, Josephine di Sant’Elia è ritratta in un elegante abito dai riflessi madreperlacei; in alto a sinistra, un ramo fiorito della stessa pianta che donò il nome alla sua residenza sassarese: Villa Mimosa.

Seguono Felice Melis Marini, con passaggi tonali e tocchi di colore puro di ascendenza impressionista; Carmelo Floris, con realistici ritratti dall’espressività arcaica; Mario Delitala e Giovanni Ciusa Romagna, con introspettivi ritratti intimisti; e ancora Pietro Antonio Manca, con immaginative scene con fuochi scoppiettanti, e Stanis Dessy, con acquerelli di grande maestria.
Infine, Edina Altara con l’olio su ardesia Penelope (anni ’50). Dove una bionda moglie di Ulisse è intenta al lavoro davanti al telaio che la separa dai proci.

alessio onnis
mostra visitata il 26 maggio 2009


dal 22 maggio al 31 dicembre 2009
Pittura sarda del Novecento. Opere dalle collezioni statali
a cura di Lucia Arbace e Maria Paola Dettori
Museo MUS’A – Pinacoteca al Canopoleno
Via Santa Caterina, 4 – 07100 Sassari
Orario: da martedi a domenica ore 9-13.30; sabato ore 13.30-19
Ingresso: intero € 2; ridotto € 1
Catalogo Allemandi
Info: tel./fax +39 079231560; museosassariarte@beniculturali.it; www.pinacotecamusa.it

[exibart]

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