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Il Simbolismo dei Rosacroce: al Guggenheim di Venezia rivivono i Salon parigini de la Rose+Croix

di - 1 Dicembre 2017
Il Simbolismo dei Rosacroce: al Guggenheim di Venezia rivivono i Salon parigini de la Rose+Croix
Fino al 7 gennaio 2018

Nella primavera del 1892 Joséphin Péladan, autore e critico francese, organizza a Parigi il primo Salon de la Rose+Croix al fine di presentare i principi dell’ordine dei Rosacroce, confraternita di natura esoterico-religiosa, legati a un’idea di arte che fosse mistica, idealista e al servizio della “bellezza”. I Salon hanno vita breve, si tengono negli anni dal 1892 al 1897, durante i quali vengono presentati in varie sedi cittadine riunendo numerosi artisti simbolisti europei. Oggi nelle sale della Collezione Peggy Guggenheim, a Venezia, rivive l’atmosfera di quegli storici Salon grazie alla mostra Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892–1897, a cura di Vivien Greene, prima esposizione mai organizzata in un museo dedicata all’arte rivelatrice e significativa dei Salon de la Rose+Croix. Dopo due lunghi anni di studi e ricerche, la curatrice ha attentamente selezionato una quarantina di opere, tutte originariamente esposte nei diversi Salon che ebbero luogo tra 1892 al 1897, invitando il pubblico a guardare e interpretare con occhi nuovi l’eredità artistica lasciata dal Simbolismo, nel suo aspetto più arcano ed esoterico. Immagini di creature androgine, chimere e incubi sono alla base dei lavori esposti a Palazzo Venier dei Leoni, così come linee sinuose, corpi allungati, forme appiattite. Gli artisti dell’epoca preferiscono soggetti allegorici, letterari, mitici o religiosi traboccanti di simboli arcani. Sono attratti dal poeta Orfeo della mitologia greca, dai precetti e dall’arte del primo Rinascimento italiano, dalle narrazioni del Nuovo Testamento e da stereotipi femminili come la femme fatale minacciosa o la femme fragile immacolata. Sala dopo la sala la mostra ripercorre attentamente tali soggetti, con una particolare attenzione all’aspetto musicale. Da non trascurare infatti, tra le tematiche affrontate nei Salon, anche quella del culto della personalità che si sviluppò intorno a figure quali Richard Wagner e lo stesso Péladan. Per tanto la mostra è accompagnata da brani di Erik Satie, dello stesso Wagner e di altri compositori dell’epoca, a sottolineare il ruolo-chiave da loro occupato in tale periodo e contesto. I sei Salon organizzati da Péladan, oggi celebrati a Venezia, furono un crocevia cosmopolita di artisti, alcuni conservatori e altri radicali, tutti volti a sottolineare la dimensione spirituale dell’arte. Queste aspirazioni trascendenti perdurarono agli inizi del Novecento nell’arte dei pionieri dell’astrazione pittorica, come Kandinsky, Kupka e Mondrian, figure chiave nella collezione di Peggy Guggenheim, dimostrando come i precetti del Simbolismo siano alla base anche del modernismo. La mostra rimarrà aperta fino al 7 gennaio 2018. Tutti i giorni alle 15.30 il museo offre visite guidate gratuite alla mostra previo acquisto del biglietto d’ingresso.

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