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Quasi tutto Boetti alla GAMeC di Bergamo

di - 1 Aprile 2004

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[01|04|2004] |||arte contemporaneamostre

Quasi tutto Boetti alla GAMeC di Bergamo

ALIGHIERO BOETTI. QUASI TUTTO

inaugurazione 5 aprile | ore 18.30 | galleria d’arte moderna e contemporanea | bergamo| a cura di giacinto di pietrantonio e corrado levi

La GAMeC presenta Alighiero Boetti. Quasi tutto, una personale dedicata ad uno degli artista tra i più influenti del secondo dopoguerra. Boetti è un artista che ha saputo cogliere, durante la sua carriera, la complessità del mondo in cui viviamo, superando anche quelle barriere di un universo culturale che oggi sembra chiuso da confini insormontabili – l’Afghanistan, dove ha vissuto e ha commissionato molti dei suoi lavori.
La mostra, organizzata dalla GAMeC di Bergamo in collaborazione con la Fondación PROA di Buenos Aires, è curata da Giacinto Di Pietrantonio – Direttore della GAMeC – e da Corrado Levi.

Alighiero Boetti. Quasi tutto riunisce oltre cento opere dell’artista a partire dal 1962 con una serie di disegni inediti, per poi passare nell’ambito dell’Arte Povera verso la fine degli anni ’60, fino agli inizi del 1994, anno della sua scomparsa. Il progetto espositivo privilegia quelle opere dove emerge un rapporto molto stretto tra spettatore e singola opera, al di là di qualsiasi approccio cronologico o tematico, in particolare lavori a parete dove il tratto diventa materia comunicativa e la superficie bidimensionale supporto ideale di questa forma di comunicazione.

Il percorso, quindi, tenta di riprodurre la libertà e la leggerezza che contraddistinguono la sensibilità dell’artista, concentrandosi sulla dimensione “a parete” e privilegiando quelle opere dove il tratto personale dell’artista e la cui produzione non è stata demandata ad altri.

In mostra saranno presenti classici della produzione boettiana – come Storia naturale della moltiplicazione, Cimento dell’armonia e dell’invenzione, alcuni esempi di noti arazzi come mappe e testi ricamati, grandi lavori biro ecc. – affianco ad opere meno note o inedite e che approfondiscono la conoscenza dell’artista in direzioni meno usuali. Tra tutte, spicca la cartella composta da 82 tavole autografe in cui Alighiero Boetti ha riassunto un’ampia parte del suo lavoro, miniaturizzandolo e rendendolo trasportabile come un immaginario schedario della propria vicenda artistica.

Il catalogo è strutturato come un dizionario: ciascuna lettera dà vita a due voci: la prima legata alla produzione artistica (es. A per Arazzo, B per Biro…), la seconda rimanda a concetti più vasti, strettamente connessi al pensiero e all’arte di Boetti (es. A per Afghanistan, C per complessità, E per elenco). I testi sono stati affidati per la prima parte a storici dell’arte, curatori, e critici, mentre gli interventi del secondo gruppo sono stati redatti da filosofi, antropologi, scrittori e storici. Il catalogo comprende una conversazione tra Giacinto Di Pietrantonio e Corrado Levi, un testo storico critico di Laura Cherubini e una selezione di scritti di Alighiero Boetti a cura di Emanuela De Cecco; i testi del dizionario sono stati, invece, redatti da: Arazzo, Mariuccia Casadio; Afghanistan, Giorgio Galli; Biro, Giorgio Verzotti; Bellezza, Christophe de Ponfilly; Copia, Marco Senaldi; Complessità, Mauro Ceruti; Disegno, Gianni Romano; Doppio, Antonio Sparzani; Elenco, Angela Vettese; Esecuzione, Antonio Scurati; Fregio, Francesca Pasini; Flessibilità, Alessandro Dal Lago; Gioco, Chiara Bertola; Geografia, Franco Farinelli; Hotel, Massimiliano Gioni; Humor, Marco Giusti; Identità, Barbara Casavecchia; Idea, Michel Maffesoli; Jet, Hans Ulrich Obrist; Jolly, Emaunela Audisio; Kabul, Cornelia Lauf; Know-how, Paolo Aite; Lettera, Barry Schwabsky; Linguaggio, Diego Marani; Manifesto, Bartolomeo Pietromarchi; Moltiplicazione, Giulio Giorello; Numero, Marco Tagliafierro; Natura, Nicola Setari; Ornamento, Maria Luisa Frisa; Ordine, Marc Guillaume; Parola, Eric Bou; Progetto, Jozeph Forakis; Quadrato, Luca Cerizza; Quantità, Franco La Cecla; Ripetizione, Giulio Ciavoliello; Ritratto, Ippolita Avalli; Sciamano, Teresa Macrì; Serendipity, Carlo Antonelli; Timbro, Chiara Parisi; Tempo, Tiphaine Samoyault; Universale, Loredana Parmesani; Unità, Marc Augé; Viso, Francesco Bonami; Vedere, Nanni Balestrini; Work in Progress, Stefano Casciani; Weltaschaung, Horst Seidl; X, Jayant Narlikar; Yalta, Charlotte Laubard; Yoga, Roberto Cavalli; Zoo, Marcello Smarelli; Zeitgeist, Jeanette Zwingenberger.
Nel mese di settembre una parte della mostra sarà ospitata presso la Fondación PROA a Buenos Aires.

Nella stessa occasione verrà presentata al pubblico per la prima volta la Raccolta Stucchi. La Raccolta, donata alla Galleria, è composta da diciotto opere di maestri italiani e stranieri del XX secolo tra i quali: Alberto Burri, Filippo De Pisis, Jean Fautrier, Hans Hartung, Anton Zoran Music, Ben Nicholson, Victor Pastore e Mario Sironi.
Grazie alla volontà di Gianfranco Stucchi di donare i dipinti – che ha raccolto nell’arco di una vita -, l’intera collezione entra, così, far parte in maniera definitiva della Collezione Permanente della Galleria.


6 aprile al 18 luglio
martedì – domenica ore 10-19 – giovedì ore 10-22 – lunedì chiuso. Ingresso gratuito
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Via San Tomaso, 53
24121 Bergamo
tel. 035 399528
fax 035 236962
www.gamec.it

Didascalia Immagine
Alighiero Boetti
Tutto, 1988
Ricamo
124 x 265 cm
Collezione Composti della Cà di Frà, Milano
Foto: Claudio Composti

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