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Fino al 25.XII.2016 | Bill Claps, Natural Abstractions | Spazio Garibaldi 77, Milano

di - 17 Dicembre 2016
La chiave di lettura della prima mostra personale milanese di Bill Claps, filmmaker, scrittore e artista visivo  sperimentatore di linguaggi multiformi  ospitata nel nuovo spazio espositivo  Spazio Garibaldi al 77, sta tutta nel titolo “Natural Abstractions” a cura di Nicola Davide Angerame.
L’esposizione comprende lavori dal 2014 a oggi precedentemente esposti a New York e Tulsa, ideati in seguito alle sue incursioni esplorative e di documentazione fotografica in alcune foreste di Cuba, del Colorado, del New Hammpshire e di New York. Le sue opere trasudano di citazioni delle affascinati stampe dei maestri del “mondo fluttuante” giapponese seppure rielaborate in modo innovativo. L’artista newyorkese in particolare ha trasformato la Humboldt Rain Forest più grande di tutti i Caraibi e sito patrimonio dell’ UNESCO in un laboratorio di codici naturalistici raffinati e potenti al tempo stesso, in bilico tra botanica e astrazione, in seguito a un viaggio picaresco nella foresta cubana documentato dal video –diario che apre il percorso espositivo della mostra milanese. Dal viaggio prima fisico e poi concettuale nasce il progetto “Natural Abratactions” e di là del tema pseudo naturalistico deja vu, di Claps convince l’originale processo tecnico di elaborazione di immagini fotografiche particolarmente luminose trattate digitalmente e stampate in bianco e nero, con l’aggiunta di foglie dorate utilizzate anche da Yves Klein nella serie di Monogol degli anni’60.

L’oro è una citazione che rimanda all’arte bizantina e a una dimensione divina per configurare “calligrafie” decontestualizzate in cui il positivo e il negativo, la luce e l’ombra, il vuoto e il pieno sono dualità complementari alla base della sua ricerca estetica che investiga la relazione tra l’uomo e l’ambiente. Osservando con attenzione alcune opere, sequenze, frammenti di foglie, alberi o arbusti, come se viste sotto la lente d’ingrandimento, se irrorate di luce naturale irradiano bagliori dorati, incantano i dettagli di una pianta unica al mondo che cresce soltanto nella foresta fluviale di Cuba come Morototoni dalle forme eleganti, affusolate assurte a codici grafici essenziali in cui la natura si carica di valori simbolici e spirituali. Tra le altre opere esposte che inscenano nello spazio espositivo irregolare un viaggio simbolico in una foresta “altra”, vista da dentro più che da fuori, sono interessanti le opere della serie Aspen Stand (2015), in cui il tronco della betulla è il protagonista che sottende meditazioni ispirate alla cultura Zen giapponese e al Buddhismo cinese. Bamboo Forest Canop e altre immagini definiscono un linguaggio transasiatico filtrato dalla cultura occidentale, soluzioni grafiche di aurea mistica che configurano pensieri intorno alla natura come divinità, in cui ” l’Uno è nel tutto e tutto nell’Uno”: un concetto basilare per il pensiero Zen.
Claps  rielabora l’iconografia della pittura paesaggistica orientale, l’impressionismo di Claude Monet e alla sue ninfee nell’opera Ode to Claude con forme indefinibili, astratte, evanescenti e nello stesso tempo dal segno riconoscibile e potente, da toccare e guardare, che potrebbero diventare anche tessuti, arazzi, paraventi, quinte scenografiche o installazioni ambientali, dove s’invita lo spettatore a meditare sul concetto di una bellezza intrinseca nella Natura, che non proviene dall’esterno, bensì dall’interno. Queste “Survisioni” di una foresta misteriosa vista dal basso verso l’alto come pratica ascetica dello sguardo trascendono la perfezione di solido impianto formale, volutamente decorative rappresentano uno spazio mentale circoscritto, decontestualizzato con forme emancipate dalla figurazione oggettiva dalle tonalità argentee e riflessi dorati configurano sintesi poetiche dalla profonda leggerezza.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 12 novembre
Dal 12 novembre al 25 dicembre 2016
Bill Claps, Natural Abstractions
Spazio Garibaldi
Corso Garibaldi 77, Milano
Info: www.spaziogaribaldi.com

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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