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Paul Cézanne | | Natura morta: brocca da latte e frutti su un tavolo

di - 3 Aprile 2002

Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839-1906)
Natura morta: brocca da latte e frutti su un tavolo
1890 ca.
Olio su tela, cm 59,5×72,5
Nasjonalgalleriet, Oslo

Un comune tavolo da cucina, frutti apparentemente sparpagliati, alcuni su un piatto di porcellana bianca e altri sul piano del tavolo, un vasetto con un mazzolino di violette, e al centro una brocca bianca sulla quale è dipinto un fiore giallo. Il centro della composizione coincide con il punto in cui l’estremità inferiore del manico della brocca interseca la diagonale dello zoccolo del pavimento e il bordo del tavolo.
La natura morta è equilibrata e al tempo stesso carica di una forte tensione emotiva. La sistemazione degli oggetti da ritrarre è assolutamente non casuale, rivela una attenzione rituale nella scelta e nella disposizione delle figure. Ponendosi dinnanzi a quest’opera ci si aspetta lo svolgersi di un’azione. E’ come se gli oggetti fossero stati immortalati un attimo prima o dopo un evento significativo, come se, dotati di una propria esistenza e intrisi di questa atmosfera di tensione, di attesa, di vita, fossero testimoni di un qualcosa che si è attuato o accadrà in loro presenza,
Le nature morte, più di qualsiasi altra opera, rivelano l’evoluzione nella concezione cézanniana dello spazio. L’artista desidera ricreare drasticamente una nuova immagine del mondo. L’equilibrio da lui creato all’interno del quadro scaturisce dall’unione e dal contrasto di linee verticali, orizzontali e oblique, che si intersecano e si spezzano. Particolare attenzione richiede la scelta delle forme, dei volumi da rappresentare. La mela, frutto prediletto perché sferico e quindi più spesso costante nella sua forma, è raffigurata da Cézanne come corpo in espansione, dipinto dal bordo verso il centro; la sua sfericità consente al colore di espandersi sugli oggetti circostanti e di accogliere, a sua volta, i riflessi di ciò che la circonda. La forma della brocca, poligonale e allungata, rallenta il passaggio della luce e implica una pausa, una sospensione momentanea nel ritmo interno del quadro. Il suo colore, prevalentemente bianco come il piatto in primo piano, media il passaggio dalla zona destra più cupa e più affollata, a quella sinistra via via più chiara, meno ingombra, più serena. Fondamentali anche i rapporti di affinità e, ancora, contrasto tra gli altri colori, che si influenzano a vicenda, scambiandosi reciproci riflessi, comunicando tra loro e creando in questo modo la struttura invisibile, ma, al tempo stesso, forte e pregnante del dipinto. Importante il valore dell’azzurro della parete, che richiama i cieli dei suoi paesaggi. L’azzurro assume un ruolo decisivo nella pittura di Cézanne, riequilibra gli altri valori cromatici presenti nel quadro, alleggerisce l’atmosfera della composizione, rendendola più serena. Egli stesso scrisse nel 1904: ”[…]una somma sufficiente di azzurro per far sentire l’aria[…]”.

Bibliografia essenziale:
Cézanne. Il padre dei moderni, Milano, 2002
Il Cézanne dei poeti, degli scrittori, e dei filosofi, Milano, 2001
Doran. M., Cézanne. Documenti e interpretazioni, Roma, 1995
Geist, S., Interpreting Cézanne, Cambridge, Londra, 1988
Shapiro, M., Paul Cézanne, Londra, 1988

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Daniela Bruni

Opera è un progetto editoriale a cura di Daniela Bruni

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