Si ritroveranno in un cortile dove le arcate scandiscono da secoli la medesima armonica successione, i visitatori che sabato 22 settembre decideranno di entrare a Palazzo Altieri. Sarà aperto al pubblico straordinariamente – adesso è sede di ABI, Banca FINNAT e Banca Popolare di Novara – dalle 10 alle 18, per una giornata di visite guidate che renderà visibili i saloni, la galleria, lo scalone monumentale vetrato, le decorazioni a stucco, l’incanto del cielo sospeso, delle divinità assiepate nei soffitti affrescati o semplicemente il ripetersi delle stelle dello stemma, come chiuse nella decorazione a cassettoni.
Copre un intero isolato, tra Piazza del Gesù, Via del Plebiscito, Via degli Astalli e Via di Santo Stefano del Cacco, questo edificio, dimora per sei secoli di una delle famiglie che ebbe maggior rilievo nella storia dell’Urbe; il primo nucleo di fabbricati, la costruzione di un vero e proprio palazzo nobiliare, il successivo ampliamento sono eventi legati indissolubilmente alla fortuna di alcuni personaggi. Da Lorenzo, citato nella patente che dà licenza di edificare, a Emilio, che diventerà Papa Clemente X, al Cardinal Nepote Paluzzo Paluzzi Altieri, figura chiave in un’accorta strategia di politica matrimoniale.
Il prospetto su Piazza del Gesù è sobrio, una combinazione di elementi classici che ribadisce stabilità, imponenza: timpani curvi e triangolari, cornice marcapiano, lesene; la cesura tra prima realizzazione e nuova facciata è risolta con una verticale a bugnato; i lavori hanno restituito il colore originale e recuperato le finte finestre affrescate nel cortile.
L’interno tra piano nobile e secondo livello è un susseguirsi di sale decorate, secondo un programma iconografico che celebra l’esaltazione di Roma: dalla “Clemenza”, ovvero Roma Sacra e Cristiana sotto il governo di Clemente X affrescata da Maratta, al “Carro del Sole” di Chiari fino all’ “Apoteosi di Romolo”, di Canuti, dove pagliuzze d’oro mischiate alla pittura sono un’inequivocabile affermazione.
Maria Cristina Bastante
Articoli correlati
Restauri alla Reggia di Caserta
BIG Biennale Internazionale Grafica è il festival dedicato al design della comunicazione e alle culture visive, alle prese con le…
Il colosso David Zwirner festeggia il trentesimo anniversario con una nuova sede a Los Angeles e la mostra “30 Years”.…
Al via EXPOSED Torino Foto Festival, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino, a cura di Menno Liauw e…
Innovatore inquieto e implacabile, figura dominante del minimalismo e dell’astrazione, Frank Stella è morto a 87 anni: la sua visione…
È stata questa la frase, pronunciata dalla madre dell’artista che ha ispirato il percorso della mostra Disintegrata, in corso alla…
Da Hernan Bas a Nari Ward. Ecco gli artisti internazionali che occupano gli spazi in Via della Spiga, in occasione…
Visualizza commenti
File chilometriche e completamente scoordinate. La strada bloccata dall'invasione dei visitatori urlanti e accaldati. Scene apocalittiche, ancora una volta gli italiani hanno dimostrato la loro assoluta mancanza di organizzazione e di educazione. Complimenti per l'articolo, è scritto con chiarezza e professionalità.
Signorina Bastante,
vada a far la calzetta!!!
Sono d'accordo con Janax che le offese ai giornalisti di questo sito sono vergognose.
l'articolo non è male, le offese ai giornalisti di questo sito sono male. Vergogna.
volevo aggiungere il mio parere essendo presente a questo autentico e vergognoso sfregio alle persone che si interessano di cultura.
Il palazzo doveva chiudere alle 18 mentre alle 17.15 alcuni carabinieri scortati da ragazzetti imbellettati, sbarbatelli (sul modello dei ragazzones della Carrà o come si chiamano) e gnuranti hanno chiuso i portoni del suntuoso palazzone. Fuori ci stavano una 60ina di persone. Alla fine ci hanno dato un numero di telefono!!!
Mai sentite tante parolacce tutte insieme...
Da queste parti non si sognerebbero neppure di inaugurare un meraviglioso palazzo storico, dopo un costosissimo restauro, lasciando - in alcune finestre al piano terreno - profusioni di insegne al neon che nemmeno a Las Vegas durante la crisi dei Settanta...
Insomma una cosa vergognosa: di giorno si vede poco, ma passate davanti a Palazzo Altieri di notte...le ultime tre finestre sulla sinistra, al piano terreno, sono di un bar/panineria i cui gestori non devono essere campioni mondiali di buongusto; gli obrobriosi neon rosa/celeste deturpano non solo il bellissimo palazzo ma tutto il concerto architettonico di quel gioiello urbanistico che è Piazza del Gesù.
Nei centri storici è necessario un profondissimo ripensamento del ruolo e dell'utilizzo dell'insegna, specie di quella luminosa. Gli specchietti per le allodole, i neon e gli eccessi simili facevano parte di una primitiva logica di marketing che tentava disperatamente l'accalappiamento del consumatore immaturo e spaurito. Ma oggi, dopo il 68 il 77 l'89 il 92 e l'11 settembre, i negozi li scegliamo per la qualità della mercanzia e non per l'antiestetica invasività dell'insegna...o no?