1945 – 1965: sono gli anni in cui il pittore bagherese, secondo l’opinione prevalente, attraversa una fase di ortodossia che tende a mortificare gli istinti più violenti e visionari, oppresso da chiusure ideologiche e polemiche feroci. L’esposizione allestita nelle sale del Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni di Palermo (aperta sino al 12 ottobre dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30), ha l’indubbio merito di chiarire come Renato Guttuso anche in quel periodo non rinunciò mai del tutto ad una pittura delle idee, capace di confrontarsi adeguatamente con la realtà e di prendere parte agli eventi della storia.
Il ventennio dal 1945 al 1965 si apre con l’adesione al Fonte Nuovo delle Arti e l’elaborazione di una grammatica neocubista in cui è chiara l’ispirazione picassiana, e si chiude con una crisi del realismo sociale di fronte ai nuovi linguaggi figurativi. La mostra presenta i temi centrali della pittura di quel ventennio. Dallo studio sull’occcupazione delle terre della Marsigliese contadina (1947), a quello per la Battaglia di ponte Ammiraglio (1951), dalla serie dedicata alla guerra d’Algeria sino all’Omaggio a Morandi (1966) che chiude la mostra.
Pittura di idee quindi, che subisce continuamente il confronto con l’amatissima stagione dell’arte francese a cavallo tra romanticismo e realismo, in particolar modo Gericault, Delacroix e Courbert, a cui rimanda esplicitamente, ad esempio, il Cavatore di pietre del 1950, eppure sempre pronta ad accogliere e a metabolizzare all’interno di questa linea maestra dubbi e suggestioni del dibattito contemporaneo. Così ad esempio nella grande Natura morta del 1963, dove i barattoli di colore dalla prospettiva ribaltata introducono nell’universo familiare degli oggetti la presenza più distante della produzione seriale. Nella pittura di Renato Guttuso, anche di quegli anni, sussiste quindi un continuo desiderio di comprendere e assimilare la realtà , una tensione intellettuale che riscatta la sua produzione anche quando tende a divenire routine e maniera.
Ugo Giuliani
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