Palermo era allora, all’inizio del ‘900, la capitale dell’eleganza e del liberty più raffinato. Un periodo dorato e felice per le arti e la cultura al quale ancor oggi si guarda con nostalgia.
Una mostra a Palazzo Ziino celebra quegli anni prendendo come elemento ispiratore la figura poliedrica di Vincenzo Florio, che in quello scorcio di secolo rappresenta uno dei principali animatori della vita mondana e artistica della Sicilia. Facoltoso mecenate, frequentava artisti, architetti, musicisti, ed egli stesso si dilettava nella pittura. Ma anzitutto fu il fondatore della prima corsa automobilistica del mondo, la Targa Florio, e delle primissime gare di off-shore, che allora venivano chiamati “canotti automobili”. L’esposizione raccoglie un materiale eterogeneo nel tentativo senz’altro riuscito di comunicare al visitatore un periodo storico e culturale di cui ancor oggi si favoleggia.
Provenienti da Bagnara Calabra, nel giro di un secolo erano diventati una delle famiglie più facoltose, giungendo ad imparentarsi con la migliore aristocrazia e a frequentare alla pari le teste coronate del tempo. Ricevono nella loro villa dell’Olivuzza re Vittorio Emanuele, sono amici di Gabriele D’Annunzio e di Enrico Caruso.
Ma è il loro nome in fondo, ancor oggi, a primeggiare nel ricordo, forse anche perché rappresenta un prototipo di self made men. Il progresso della scienza e della tecnica, le meraviglie della produzione industriale e la velocità dei nuovi stili di vita sembrano annunciare proprio con i Florio un domani migliore per tutti. In qualche maniera rappresentavano la versione europea del sogno americano che tanti suggestionava in Sicilia, e non solo in quegli anni.
E guarda caso, gran parte della loro ricchezza derivò anche proprio da quel sogno d’oltreoceano, visto che erano dei Florio le decine di bastimenti che portavano gli
Nella mostra così la presenza di Vincenzo Florio diviene l’elemento di raccordo tra personaggi e vicende, e le caricature e le pitture che rappresentavano un gradito svago sono affiancate a opere realizzate da numerosi artisti dei primi del secolo, amici di Vincenzo.
Molto interessanti sono le tele che rappresentano le corse automobilistiche organizzate da Vincenzo Florio. Le illustrazioni di Duilio Cambelotti (1906), gli acquarelli di Ezio Castellucci (1907) che avrebbero tra l’altro dovuto trovare spazio nella rivista ‘Rapiditas’ fondata da Vincenzo Florio, il grande olio di Gordon Crosby “Auto in corsa alle tribune di Cerda” (1931), i quadri futuristi diPippo Rizzo “Pilota” (1922) e “Bugatti” di Vincenzo Corona.
ugo giuliani
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