– L’abbiamo chiesto a Spadoni e lo chiediamo, a maggior ragione a lei, che è la curatrice del progetto: com’è possibile che non fosse a conoscenza della natura dell’opera e degli intenzioni degli artisti? Come ha seguito il lavoro, in fase di progettazione e di realizzazione?
Questa è la domanda portante che causa la mia indignazione nei confronti dei ragazzi, perché si rischia di pensare o che io fossi d’accordo con loro, o che non abbia lavorato degnamente al progetto. Esistono però, come prova del contrario, le tante e-mail tra me, Alterazioni Video e la curatrice interna del Mar. Una volta delineato il progetto, sono sempre stati mantenuti degli argini flessibili e utilizzati aggettivi trasversali (per esempio, il film veniva definito un “video sensuale che apre valutazioni e immaginazioni plurime”). Oltre a ciò, il collettivo continuava a scusarsi del ritardo relativo agli aggiornamenti sul lavoro (“ultimato il lavoro da Fabio Paris Gallery ci dedicheremo con una notevole full immersion al lavoro”). Sono stata molto ben disposta nei loro confronti, per cui ho ritenuto che mostrare scarsa fiducia o assumere atteggiamenti isterici per via dei tempi troppo stretti, sarebbe stato un atteggiamento sbagliato nei confronti del loro talento. Non sono neppure una bigotta, ma ritengo che a volte bisognerebbe impegnarsi di più e non accontentarsi dell’idea più facile da sviluppare, arrivando a stupire realmente e ad affrontare tematiche più interessanti.
– Anche lei ha appoggiato la decisione del MAR di “censurare” l’opera? In sostanza, stava dalla parte degli artisti o dell’Istituzione? O ha cercato, magari, una mediazione?
Ho appoggiato la decisione del MAR perché siamo stati beffati in un modo affatto piacevole. Alterazioni Video sono tra gli artisti più interessanti della nostra generazione, con alle spalle dei progetti di grande valore, come “Incompiuto Siciliano”, e un curriculum che farebbe impallidire tanti altri artisti. “Critica in Arte” è una vetrina importante per i giovani critici e gli artisti, ed il Mar è il migliore museo dell’Emilia Romagna. Perché rendere un momento così alto una sorta di grande baruffa nella quale le tante persone coinvolte devono districarsi per riportare l’ordine?
– Al di là del problema “politico”, relativo alla figura del Guidarello da tutelare, che giudizio critico dà sull’opera di Alterazioni Video? Alcuni l’hanno definita banalmente provocatoria, altri la ritengono un’operazione interessante…
Potere fruire della collezione permanente di un museo di rilievo apre prospettive creative di grande poliedricità. Parlare solo del video significa mettere in ombra gli altri lavori realizzati per la mostra: un’opera a parete, “Il Cristo Tuffatore”, irriverente e di grande impatto ludico, e un fumetto nel quale il legame tra arte popolare ed aulica viene reinterpretato magistralmente delineando un attuale visione dell'”Anti-Rinascimento” di Eugenio Battisti. Trovo invece il video su Guidarello banalmente provocatorio, nelle tematiche legate a reminiscenze folcloristiche e nel déjà vu che riporta al “Caso Grosso”, altro affaire che fece indignare i ben pesanti dell’epoca. Si tratta del quadro realizzato da Giacomo Grosso per la prima Esposizione Internazionale della città di Venezia del 1895, associabile al lavoro di Alterazioni Video per i soggetti ritratti: un feretro con cadavere attorniato da donne lascive in preda ad un baccanale. Chissà se ad entrambe le due opere toccherà la stessa fine…
N.d.R: Il quadro di Grosso, Supremo convegno, fu salvato dopo accese polemiche da una commissione di intellettuali (tra cui Fogazzaro) che lo definirono non offensivo per la morale pubblica. Venne dunque esposto nonostante l’indignazione del Clero. A fine esposizione, il premio assegnato da un referendum popolare andò a grande maggioranza proprio all’opera di Grosso, acquistata da una società per farla conoscere negli Stati Uniti, dove era già arrivata la sua fama. Durante il viaggio attraverso l’oceano il quadro fu però distrutto da un incendio.
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3D-tredomande: Claudio Spadoni sulla (non)mostra di Alterazioni Video al MAR
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I baroni curatori che imperversano nei musei e gallerie pubbliche, dovrebbero avere il buon senso di dimettersi ogni tanto. Invece di rimanere inchiodati alle poltrone. Gli incarichi dovrebbero avere un periodo limitato nel tempo. Dare spazio a nuove idee.
Francesca, Dov'è il coraggio della curatrice C. Boemio. Devi sapere che fra curatori e istituzioni pubbliche non si azzannano. Sono fatti della stessa pasta asciutta. Il piatto con il sugo di carne non lo mollano.
Se no dove mangiano?
Francesca, Dov'è il coraggio della curatrice C. Boemio. Devi sapere che fra curatori e istituzioni pubbliche non si azzannano. Sono fatti della stessa pasta asciutta. Il piatto con il sugo di carne non lo mollano.
Se no dove mangiano?
Dove é il tuo di coraggio ?
Non stiamo parlando di coraggio - é già un grande atto di coraggio occuparsi attivamente di arte contemporanea in Italia .
Stiamo parlando di pretesa di creare scalpore , in modo gratuito , da parte degli artisti .
Forse non tutti sono disposti a trovare banali modi di attirare stampa e voi che continuate a inveire .
C'é chi ritiene che per fare arte valida non bisogna trascendere o parlare gratuitamente di sesso .
Quando si realizza ARTE non é bisogna svendersi .
Riguardate i lavori di LUCIAN FREUD , o di ED BURTYNSKY , o SANDY SKOGLUND , o RICHARD SERRA , o RICHARD HAMILTON !
Il coraggio degli artisti dove é ?
Nell' essere scontati é la loro maestria ?
Non c'é ne più uno che realizzi da solo le proprie installazioni , che sappia tenere in mano un pennello .
Vogliamo parlare di sapere utilizzare la macchina fotografiaca ?
Solo perché si é alternativi e con ottimi agganci si decide di diventare artisti .
Tanto in Italia se conosco , tramite papà e mammà , mi fanno entrare nelle collettive .
Mi faccio un bell nome e poi tutti mi contatteranno perché andrò di moda .
Dove é il coraggio degli artisti ?
Pensate che un opera perché la realizzata un determinato artista debba essere in modo incondizionato valida ?
Siete così borghesi da scegliere il dictat di un determinato artista perché é diventato un marchio simile a Dolce & Gabbana ?
Forse "Rosa Fumetto" é un banale lavoro con o senza tanti testi critici che vogliono ridargli onore .
Non vieni in mente a nessuno che un lavoro che si realizza in poco tempo e futivamente possa valere poco ?
Caro capisco che non ti possa piacere Filippo D' Averio .
non deve piacere a te ma a tutti quelli che lo seguono e lo ammirano .
Ammiro allo stesso modo , per motivazioni diverse , vari giovani curatori italiani (es: Boemio , Giusti , e tanti altri) e Danilo Eccher .
Quando parlavo di D' Averio lo citavo per illustrare che quando un curatore é , anche , un simil politico ha un controllo delle situazioni maggiore e non rischia di diventare un capro espiatorio .
Stiamo parlando delle Alterazioni ... molto seri e professionali ... meditate curatori prima di chiamarli
Il ststema arte é corrotto quanto é corratta l' Itala e gli artisti rientrano nella vorraggine
Da spettatore straniero ,residente in Italia , mi accogo quanti trabocchetti puerili escogiti (una parte) del sistema arte (che non é altro composto dagli amici degli amici) .
Non dubito che tra tanti tranelli , quello architettato dalle Alterazioni risponda ad lassismo ed "fregarmene" tipico di chi ha il sostegno e dice vadano a quel ... la curatrice e il museo .
Truffiamo e cerchiamo di avere the celebrity .