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A Napoli, un nuovo contest site-specific mette l’arte in gioco. Ce ne parla la curatrice

di - 18 Luglio 2018
La periferia urbana come un grande campo da gioco, nel quale le regole da seguire sono quelle della creatività e dell’arte. Nasce così “L’arte in gioco. Per sviluppo, coesione sociale e benessere della periferia urbana”, nuovo contest dedicato ad artisti under 35 presentato da Fondazione Made in Cloister, Fondazione Big Sky e Museo Madre, in partnership con l’Associazione Aste&Nodi. In particolare, gli spazi interessati saranno quelli del quartiere Vicaria e dell’area di Porta Capuana, a Napoli ma, oltre che di luoghi, si parla anche di persone e relazioni, perché il fine è concepire progetti site-specific e partecipati, magari grazie all’elaborazione di momenti laboratoriali e workshop. Come? La risposta è affidata a tre artisti, scelti da altrettanti curatori che, in questo caldo mese di luglio, stanno attraversando il quartiere napoletano, caratterizzato da una ricchissima diversità sociale, etnica e culturale, per conoscerne la complessità, la bellezza e le necessità.
I progetti in gara saranno sottoposti al vaglio di una giuria internazionale composta da Laurie Anderson, Eliza Bonham Carter e Andrea Viliani, che decreterà il vincitore entro gennaio 2019, mentre a marzo l’opera sarà esposta presso il Chiostro piccolo del Complesso monumentale di Santa Caterina a Formiello, sede della Fondazione Made in Cloister. Ci dice di più la curatrice del contest, Chiara Pirozzi.
Per il Premio è stata messa in evidenza un’area precisa di Napoli, quella del quartiere Vicaria e di Porta Capuana. Cosa c’è di unico e di irripetibile in questa zona?
«Il premio L’Arte in gioco ha numerose componenti che lo caratterizzano come la possibilità per giovani artisti italiani di mettere in gara dei progetti nuovi, seguiti sin dalla fase di ricerca da un curatore. Questa vocazione altamente di qualità e di cura che si richiede alla stesura del progetto si abbina a una necessaria conoscenza del quartiere in cui gli artisti sono invitati a lavorare. L’area di San Lorenzo-Vicaria, e più nel dettaglio la zona di Porta Capuana, rappresenta uno dei distretti più autentici di Napoli, porta d’ingresso alla città e fiorente mercato nel passato, oggi è un territorio complesso, periferia urbana nell’immaginario, pieno centro storico nella realtà. Questa zona ha subito negli ultimi quindici anni grandi cambiamenti, dalla chiusura del tribunale all’insediamento di comunità di immigrati, fino ad arrivare alla presenza di una serie di attività volte a una rigenerazione urbana attraverso il fare cultura. Il Premio, con i suoi tre artisti partecipanti, s’inserisce in tutto questo, offrendone un’ulteriore visione, probabilmente più critica e simbolica».
Niccolò De Napoli, Dewey Dell ed Elena Mazzi sono gli artisti segnalati, rispettivamente, da Alessandra Troncone, Micaela Deiana e Angel Moya Garcia, nella prima fase del premio. Quali sono le motivazioni di queste scelte?
«Quando ho pensato questo premio ho subito immaginato un contest su invito che potesse realmente essere un’esperienza significativa per i partecipanti. Ho deciso quindi che per ottenere tutto questo ciascun artista dovesse avere un curatore/tutor e ho lasciato ad altri colleghi il compito di invitare un artista da accompagnare e con il quale mettersi in gara. Alessandra, Angel e Micaela sono persone con cui da sempre condivido esperienze, pensieri e opinioni, sono curatori attivi che conoscono molto bene la scena artistica italiana. Ho ricevuto da loro sin da subito piena condivisione d’intenti. Per circa un mese i tre curatori hanno fatto un lavoro di ricerca intenso e condiviso prima di arrivare alla scelta dell’artista da invitare. Io sono felicissima dei tre artisti in gara perché ciascuno ha attitudini e percorsi differenti. La gara sarà interessante!»
Dopo la fase di selezione, gli artisti, con il supporto dei rispettivi tutor/curatori, potranno trascorrere un periodo di ricerca e di studio per conoscere il luogo e i gruppi di persone che lo abitano. Quale sarà il loro approccio? C’è già qualche idea o qualche suggestione?
«Ciascuna delle tre coppie artista/curatore trascorrerà un periodo di ricerca sul territorio, in questa fase saranno coadiuvati dall’Associazione Aste&Nodi che accoglie professionisti che da anni studiano proprio questo quartiere in maniera analitica e critica. Le coppie hanno piena libertà di agire e studiare il territorio e le persone che lo abitano e lo vivificano come meglio credono. Ciascuno affronterà questa fase con un approccio differente, Aste&Nodi ed io saremo lì come sostegno attivo».
Vincerà il progetto che avrà saputo fare meglio…
«Vincerà chi saprà mettersi in gioco, chi offrirà una visione alternativa, lucida e rispettosa di un quartiere le cui regole possono, e devono, essere riscritte».

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