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“Academy Awards”, ovvero come si costruisce la cultura del contemporaneo, in Viafarini. Ce lo raccontano Patrizia Brusarosco e Giulio Verago

di - 22 Dicembre 2015
Si intitola “Beg to differ” la mostra che, fino al 20 gennaio, negli spazi di Viafarini alla Fabbrica del Vapore di Milano, mette in mostra il risultato del programma “Academy Awards”, progetto formativo ed espositivo risultato di tre mesi di incontri, confronti e workshop con artisti,  critici o operatori della cultura. Dario Bitto, Paolo Brambilla, Giada Carnevale, Nicole Colombo, Lucia Cristiani, Filippo De Marchi, Valentina Furian, Diego Gualandris, Lorenza Longhi, Edoardo Manzoni, Leonardo Mastromauro, Luca Petti, Margherita Raso, Giovanni Riggio, Riccardo Sala, Natalia Trejbalova sono le promesse che troverete in scena, in questa terza edizione, coordinata da Giulio Verago e Simone Frangi, con Patrizia Brusarosco. Ma partiamo dal principio, facendoci raccontare proprio da Verago e Brusarosco qualcosa in più a riguardo.
Academy Awards: potete raccontarci quando, come e perché nasce questo progetto?
«Il Comune di Milano ha reso possibile la realizzazione alla Fabbrica del Vapore dell’esperienza di Academy Awards 2015, ampliando obbiettivi e strumenti formativi. L’open call lanciato alle principali Accademie italiane ha permesso di selezionare tra 140 candidati 16 artisti giovani promettenti, affiancati da 5 curatori emergenti: Mattia Capelletti, Valentina Lacinio, Filippo Lorenzin, Caterina Molteni, Bianca Stoppani. Academy Awards ha creato una piattaforma per conoscersi, collaborare e formarsi assieme, grazie a tre mesi di attività formative, articolato in 7 workshop condotti da artisti internazionali e sessioni critiche, culminato nel progetto espositivo in mostra fino a fine gennaio».
Spesso si rimarca che i nostri artisti italiani – anche giovani – non “funzionano” all’estero. Secondo voi cosa manca per innescare un meccanismo virtuoso di scambi e, perché no, anche di mercato?
«Per l’artista avere l’opportunità di spostarsi all’estero per periodi anche prolungati, per formarsi e confrontarsi con il contesto internazionale. In questo senso Viafarini opera già da oltre vent’anni per favorire la mobilità di artisti e curatori, con la banca dati www.bancadatiartbox.it, l’invito a direttori e curatori di residenze internazionali a studio visit agli artisti italiani con Milano on-the-move, gli scambi con residenze internazionali, la collaborazione con le diverse organizzazioni che promuovono la mobilità, attività che Viafarini svolge grazie alla collaborazione di Fondazione Cariplo e del MiBACT».
È necessario spingere la creatività degli aspiranti giovani artisti anche verso la creatività più legata al mondo del lavoro e aziendale? In questo Academy Awards sembra offrire una possibilità di crescita non indifferente (anche grazie alla partnership del brand Bonomea)
«Il workshop realizzato con Bonomea è stato equilibrato, rispettoso, mutualmente proficuo e culturalmente entusiasmante. Il brand, che realizza borse di alta gamma con elevato contenuto di ricerca sia stilistica che artigianale, si è dimostrato, grazie al direttore artistico Andrea Ciccolo, in sintonia con il team di artisti per l’invenzione di un immaginario associato all’identità di Bonomea. L’artista Agne Raceviciute ha condotto il workshop mettendo a disposizione la sua professionalità agli altri giovani artisti  – Dario Bitto, Lucia Cristiani, Lorenza Longhi e Natalia Treibalova – e al team aziendale. In virtù della  esperienza di Viafarini nel rapporto arte-impresa possiamo affermare che realtà più consolidate faticano a dare il giusto valore all’investimento nella ricerca artistica e a retribuirlo per quello che vale. Nonostante questo Bureau Viafarini prosegue l’opera di sensibilizzazione e sperimentazione per mettere gli artisti nelle condizioni di crescere professionalmente e di essere retribuiti per le committenze cui partecipano».

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