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Addio a Gastone Moschin. Ultimo degli Amici Miei, recitò anche ne Il Padrino

di - 5 Settembre 2017
Si è spento nel pomeriggio di ieri, 4 settembre, Gastone Moschin. L’attore, indimenticabile volto della trilogia Amici Miei ma a suo agio in tanti ruoli diversi, dagli spaghetti western al poliziottesco, aveva 88 anni e dal 31 agosto era ricoverato all’Ospedale Santa Maria di Terni, in seguito al peggioramento di una grave cardiopatia cronica. A darne l’annuncio è stata la figlia Emanuela, con un messaggio su Facebook.
Moschin nacque l’8 giugno del 1929 a San Giovanni Lupatoto, Comune in provincia di Verona e intraprese la sua carriera come attore teatrale, ambito che non abbandonò mai, al pari della televisione, dove recitò in diversi sceneggiati molto popolari, tra i quali I miserabili, del 1964, di Sandro Bolchi, nella parte del protagonista Jean Valjean. I primi lavori furono con la Compagnia del Teatro Stabile di Genova, con il Piccolo Teatro di Milano e, quindi, con il Teatro Stabile di Torino dove, tra le altre pièce, recitò in Zio Vanja, di Anton Čechov, e ne I giganti della montagna, di Luigi Pirandello. Il suo primo film risale al 1955, il drammatico La rivale, di Anton Giulio Majano ma fu con commedia all’italiana che Moschin trovò il grande successo, da Audace colpo dei soliti ignoti, di Nanni Loy, nel 1959, a Gli anni ruggenti, del 1962, di Luigi Zampa e con Nino Manfredi e Gino Cervi, fino al brillante e romantico architetto Rambaldo Melandri, protagonista, al fianco di Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Adolfo Celi e Duilio Del Prete, della trilogia di Amici miei. Il primo film, diretto da Mario Monicelli, uscì nel 1975 e si classificò al primo posto negli incassi della stagione, il seguito, sempre diretto da Monicelli, nel 1982, si rivelò il terzo incasso stagionale e il film italiano più visto dell’anno, l’ultimo, di Nanni Loy, riscosse un successo inferiore ma gli valse un nastro d’argento, nel 1985, riconoscimento che già aveva ottenuto nel 1966, in Signore & Signori, di Pietro Germi, tra i titoli più riusciti della commedia italiana, vincitore del Grand Prix per il miglior film al 19º Festival di Cannes, ex aequo con il drammatico Un uomo, una donna, di Claude Lelouch. Nel 1974 recitò ne Il padrino – Parte II, di Francis Ford Coppola, interpretando il ruolo del crudele boss Don Fanucci, dimostrando notevole versatilità che gli valse ruoli importanti anche in pellicole noir, come Milano Calibro 9, di Fernando Di Leo, e drammatiche, come Il conformista, di Bernardo Bertolucci.
Dagli anni ’90 la sua attività si è progressivamente diradata, e dopo alcune parti in fortunate serie televisive come Sei forte maestro e Don Matteo nei primi anni 2000, si ritirò dalle scene, continuando a lavorare saltuariamente per il teatro.

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