Dal 23 novembre al 15 dicembre 2002 il Museo d’Arte della Città di Ravenna ospiterà due mostre dei lavori realizzati dagli studenti dei corsi di Fotografia tenuti da Guido Guidi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e il Laboratorio di Fotografia della facoltà di Design e Arti dello IUAV di Venezia.
Le mostre Looking on e Nice to see you sono un’importante occasione per confrontare in uno stesso spazio esperienze didattiche svolte in ambiti formativi differenti. Punto di contatto tra i due corsi diventa la condivisione dell’approccio utilizzato da Guido Guidi nella trasmissione del sapere rispetto al medium fotografico.
I titoli stessi delle mostre, “luoghi comuni” che l’eccessivo uso nel linguaggio quotidiano ha finito per banalizzare, se pronunciati con un’intenzionalità diversa ritrovano una forza e un senso densi, anche in relazione alle esperienze e ai linguaggi fotografici cui si riferiscono.
Il metodo adottato da Guido Guidi è stato quello di portare gli studenti ai limiti del linguaggio, ponendoli di fronte al superamento delle rappresentazioni consolidate e rassicuranti nel descrivere l’apparenza delle cose e nell’esplorare le qualità del reale, attraverso una consapevole perplessità “ancora certa della necessità di guardare, ma sempre più inquieta circa l’oggetto osservato “.
L’approfondimento della particolare natura del medium fotografico è stato condotto attraverso un’analisi del rapporto arte-fotografia, che ha evidenziato le reciproche influenze e l’inedita e originale presenza dell’idea di fotografia all’interno della tradizione artistica occidentale. La fotografia non più segnata dalla centralità della visione ha consentito la messa a fuoco dei concetti di discontinuità e frammentazione che caratterizzano il nostro contemporaneo.
Guido Guidi è uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei. Il suo lavoro è diretto verso una lettura analitica dello spazio con l’utilizzo della fotografia come ricognizione critica delle valenze di un preciso territorio.
Per Guido Guidi fotografare è porsi e porre nuovi interrogativi circa la nostra percezione di spazi visivi quotidiani, scrutandone con intenzionalità, grandi, piccole, anonime, e comunque irreversibili trasformazioni.
Fotografare significa ribadire la necessità di un preciso controllo nella restituzione di quelle vedute, capace “di far guardare con occhi nuovi un paesaggio quotidiano altrimenti inafferrabile ” perché discontinuo.
Lo sguardo fotografico non è, così, solo uno strumento tecnico indispensabile per documentare la realtà, ma è anche in grado di contribuire alla costruzione estetica del paesaggio contemporaneo e di offrire elementi e direzioni utili all’interpretazione del mondo che ci circonda.
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