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Arte omosessuale, religione calpestata e solite polemiche. A margine di un altro manifesto incriminato, che stavolta scandalizza il comune di Torino

di - 3 Settembre 2014
Inaugura il prossimo 8 settembre all’Ex Manifattura Tabacchi di Torino, ma la città di Torino gli ha tolto il patrocinio: troppo blasfema e volgare l’immagine di copertina della mostra, che raffigura una donna nuda e obesa nell’atto di calpestare una specie di scatola ricoperta di icone cattoliche, Cristo e Madonna in primis, scatto di Mauro Pinotti.
Il titolo dell’esposizione? “LGBTE (La Grande Battaglia Trova Esito)”, anche se in realtà l’acronimo sta per LGBT, ovvero “Lesbian, gay, bisex e trans gender”, come insegnano anni di movimento sul tema, con l’aggiunta della E di etero in finale. Sottotitolo: SALIGIA, acronimo dei sette vizi capitali. Insomma, di originale ben poco, ma di “scandaloso” per il Palazzo tutto!
L’assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe si è sperticato in scuse, spiegando che il progetto, originariamente, non lasciava presagire un’immagine lesiva della sensibilità di molti.
Ovviamente il centrodestra, incredulo per lo scivolone di Fratelli d’Italia sulla foto di Oliviero Toscani solo questo week end, ha immediatamente lanciato l’arringa: «Le lobby gay non pensino di godere di una licenza di offendere la sensibilità altrui, soprattutto quella cristiana in un momento storico di feroci e cruente persecuzioni subite per la fede in quelle immagini sacre così oltraggiate dalla cosiddetta arte lgbt». Amen.
Dall’organizzazione della rassegna ovviamente si è levato un coro in cui si è detto che la fotografia di Pinotti vuole rappresentare la donna, e non calpestare la religione.
Qualcosa, anche in questo caso, sembra non tornare.
«Il simbolismo che ho scelto per il mio lavoro non vuole affatto denigrare la religione, ma solo esaltare la superiorità della donna rispetto l’uomo. Ho sempre considerato la donna assolutamente superiore all’uomo e pensato che sopra la donna c’è solo Dio. Così sono andato a cercare un manifesto qualsiasi in cui fosse rappresentata un’icona religiosa per metterla sotto i suoi piedi», ha spiegato Pinotti.
Da altre frange politiche sono arrivate accuse di “bacchettonite acuta”, paragonando il manifesto ai nudi di Botero e all’interpretazione ecclesiastica terrena, con riferimento esplicito alla omofobia della Russia di Putin.
E il sindaco Fassino? Ovviamente accusato di aver fatto un bel tonfo. Giudicate voi, gli elementi li avete. Quel che è certo è che invece qualcosa sembra mancare a tutti i protagonisti citati in questo articolo; forse una bella lezione di storia dell’arte contemporanea al di là dei triti stratagemmi scandalistici?

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  • qualcuno sa come arrivare alle ex tabaccherie a Torino partendo da Porta Nuova dove si sta svolgendo la mostra su i sewtte peccati capitali?...scrivetemi in mail....grazie...tiziano

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