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Biennale Arte 2017. La Francia non aspetta, e presenta in anteprima il progetto di Xavier Veilhan, il polifonico “Studio Venezia”

di - 31 Gennaio 2017
Xavier Veilhan, classe 1963, l’artista che rappresenta la Francia alla 57esima Biennale d’arte di Venezia ha presentato il suo progetto musicale Studio Venezia durante la conferenza stampa che si è tenuta al Centre Pompidou, accompagnato dai due curatori della mostra, rispettivamente Lionel Bovier, attuale direttore del MAMCO di Ginevra e il noto artista Christian Marclay, che ricordiamo ha vinto il Leone d’oro alla 54esima Biennale di Venezia con il suo filmato di 24 ore dal titolo The Clock.
Studio Venezia, un work in progress che vedrà il suo compimento solo alla fine della biennale, è un’istallazione immersiva che rimanda all’universo degli studi di registrazione ma anche all’opera Merzbau (1923-1937) di Kurt Schwitters. Non solo: il Padiglione francese accoglierà quest’opera visiva e al contempo sonora che s’ispira anche al Bauhaus come al Black Mountain College passando per Station to Station di Doug Aitken.
Molteplici i musicisti invitati a creare in questo spazio di 360 metri quadri, in media per tre giorni, davanti al pubblico della biennale: da Electronic Girls a Zombie Zombie a Sébastien Tellier, ma anche Eliane Radigue. Nello spazio saranno presenti decine di strumenti di epoche diverse ma anche creazioni dell’artista francese.
Un luogo in cui gli artisti potranno creare anche durante i momenti di chiusura della biennale, in un inno in divenire dove il momento culminante che s’identifca nel concerto, non rappresenta più l’unico momento interattivo con il pubblico ma una parte dell’insieme. Dal 13 maggio al 26 novembre 2017 l’artista ha promesso che sarà presente quotidianamente alla Biennale per accogliere gli artisti invitati a partecipare al suo progetto che sarà poi portato a Buenos Aires e Lisbona. (livia de leoni)

In home page: Xavier Veilhan, Photo © diane arques © Veilhan ADAGP, 2017
Sopra: Studio Venezia, Maquette préparatoire (détail) © Veilhan ADAGP, Paris, 2017

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