Archiviare l’ineffabile. Ecco la missione di
Francesco Conz, scomparso in aprile a Verona a 75 anni. Mission possible, se si posseggono tre anime in una: collezionista, gallerista e artista.
Lasciata la famiglia negli anni Sessanta, per Conz padre, madre e fratelli furono gli artisti di ogni dove, immortalati negli scatti del suo fornitissimo Archivio. A loro è toccato il ritratto finale: l’Omaggio a Francesco del 9 giugno che la Galleria d’Arte Moderna scaligera ha dedicato al personaggio. Per l’occasione Palazzo Forti è divenuto teatro di happening internazionali, ha accolto i “fratelli” artisti di Francesco Conz, giunti da ogni parte d’Italia, Francia, Austria, Germania e Stati Uniti per l’ultimo saluto fatto di reading, performance e video. Tra i nomi noti
Hermann Nitsch, in rappresentanza degli Azionisti austriaci, i Lettristi francesi, il poeta
Jack Hirshmann e i Fluxus
Ben Patterson e
Geoffrey Hendricks. A 79 anni suonati, Hendricks ha “improvvisato” una headstanding in memoria del collezionista e della sua sfida a capovolgere le consuetudini in nome dell’arte.
Tra i maestri di oggi, Conz trovò allora sé stesso: intellettuale undiplomatic, dandy dispotico e mecenate generoso, il burbero benefico che il poliglotta avrebbe pronunciato nel francese di Goldoni. La speranza è che a Francesco sopravviva quell’”album di famiglia” che è l’Archivio F. Conz. I figli, Gianluca e Cristina, cui gli artisti hanno raccontato un rapporto col padre diverso dal loro “assente e drammatico”, sono disposti oggi a trasformare l’Archivio in Fondazione per preservare quel pozzo di docu-feticci dei loro geniali “zii”… (
beatrice benedetti)
[exibart]
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