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Dalla caffettiera al samovar. Quarant’anni di design a Napoli, nel libro di Renato De Fusco

di - 29 Ottobre 2017
Al Blu di Prussia, storica galleria d’arte napoletana, si è svolta la presentazione del libro “Marketing Design Napoli. Le aziende, le sedi, le attività di Luigi Contegno”, edito da Grafica Elettronica e scritto da Renato De Fusco, architetto, celeberrimo storico dell’architettura e professore emerito presso l’Università Federico II. L’evento ha rappresentato l’occasione per approfondire come il mondo imprenditoriale partenopeo sia entrato in contatto con l’ambito del design di alto livello, attraverso la figura chiave di Luigi Contegno. Oltre all’autore e all’imprenditore protagonista del testo, ospiti sono stati Gabriella D’Amato, Alessandro Castagnaro e Tiziano Clerici.
Ad aprire la presentazione è stato De Fusco, con un breve discorso introduttivo e una video-intervista atta a dispiegare quella che è stata una giornata di ricordi, per le generazioni più anziane, ma anche una lezione su un fortunato quarantennio napoletano, per i più giovani. L’intervento di Gabriella D’Amato, nota storica del design, è stato un percorso a tappe segnato da alcuni dei più importanti designer italiani – come nel caso di Harry Bertoia – e, nello specifico, di tanti designer napoletani. Il primo caso presentato è stato quello di Roberto Mango del quale la D’Amato ha ricordato opere come le poltroncine coniche Sunflower chair, o butacas, e la lampada a vela premiata al MoMa, antenata delle lampade alogene. Successivamente, l’intervento ha dato modo al pubblico di visionare progetti di Filippo Alison, alunno di Mango e autore della Panchina Onda progettata per il lungomare di Salerno. Di Alison è stata riportata alla ribalta anche Samovar Vesevo, il bollitore disegnato per Lino Sabattini, un oggetto che pur essendo stato disegnato nel 1985 sembra provenire dal futuro. Ancora un’altra figura, contemplata attraverso il progetto di una caffettiera napoletana reinventata e prodotta da Alessi, è stata quella di Riccardo Dalisi, fondatore del movimento dei Global Tools e da inscrivere nella più ampia corrente del radical design.
La seconda parte della presentazione è stata affidata ad Alessandro Castagnaro, al tempo allievo di De Fusco, oggi architetto e professore di Storia dell’Architettura presso la Federico II, il quale ha inquadrato il testo come un libro di aneddoti e immagini sul ruolo dei protagonisti dell’arte e del design dell’epoca vissuta da Contegno. L’excursus è avvenuto tanto riportando alla mente oggetti iconici quali la Poltrona Vertebra e la Poltrona Plia, quanto evocando il negozio Zen come luogo in cui gli studenti della allora facoltà di architettura potevano osservare l’esposizione dei nuovi lavori, con Luigi Contegno come collaboratore di tutti coloro che in quegli anni hanno lavorato a Napoli, tanto nel privato quanto nelle forniture per istituzioni pubbliche. Infine, Castagnaro ha concluso sottolineando quanto Contegno e De Fusco siano entrambi coprotagonisti e coautori del testo, risultando ancora una volta, nelle rispettive carriere, in grado di porsi come guide per aiutare il prossimo a formare il proprio gusto. (Ambra Benvenuto)

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