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Dall’immigrazione al queer. Tutte le sfumature del film d’animazione al Festival di Bagheria

di - 27 Luglio 2017
Una donna alata, capelli neri raccolti e grandi ali rubiconde, sguardo ieratico e braccia conserte, si fa “protettrice” di Animaphix, Festival Internazionale dei Film d’Animazione, giunto alla sua terza edizione, che, dal 27 al 30 lugli,o propone un’ampia selezione di corti nella sede settecentesca del Museo Guttuso, a Villa Cattolica, Bagheria, protendendosi verso il panorama internazionale ma rimarcando le sue radici siciliane. L’immagine disegnata per il manifesto dall’illustratrice siciliana Rosalba Corrao è una donna statica, dall’aspetto giunonico, che “vegliando” sul Festival assume inevitabilmente fattezze animate nel trailer realizzato da Rino Stefano Tagliafierro.
Non è un genere ma un linguaggio, rimarca il direttore artistico dell’iniziativa, Rosalba Colla. Un linguaggio che affonda le sue radici proprio in Italia, in un momento in cui non esistevano ancora scuole di animazione, al 1939 risale Teste di legno di Ugo Saitta, realizzato con la tecnica del puppett animation per la VII Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il panorama oggi è ben diverso e lo testimonia la collaborazione di Animaphix con il centro Sperimentale di Cinematografia, che ha destinato la sua sede di Torino alla formazione di giovani artisti in questo settore. Sono proprio gli allievi della scuola a curare un’importante sezione dedicata ai cortometraggi d’animazione per bambini, che rientra nel programma di formazione del Festival insieme ad una serie di workshop e masterclass.
Artisti provenienti da tutto il mondo firmano i corti in concorso, che sondano la delicata sfera delle tematiche sociali, affrontandone le molteplici implicazioni: la violenza sulle donne, le sfide relazionali, il senso di appartenenza e dislocazione, l’intolleranza, il tema ricorrente dell’immigrazione, come nel caso di Journey Birds di Daphna Awadish e di Scent of geranium di Naghmeh Farzaneh, i dissidi identitari. Per la prima volta il Festival indaga infatti in maniera più approfondita le questioni legate alle differenze d’identità e orientamento sessuale, con la sezione Queer Animation, realizzata in collaborazione con il Sicilia Queer FilmFest.
La variegata provenienza geografica dei corti selezionati torna tuttavia a dialogare con produzioni siciliane, in particolare con il multipremiato, qui fuori concorso, Confino di Nico Bonomolo, artista di origini bagheresi, la cui presenza in qualche modo chiude il cerchio. L’anelito verso la produzione cinematografica d’animazione d’oltralpe trova conferma nel focus dedicato alla Svizzera, paese d’origine anche di uno dei due ospiti d’onore, il regista Georges Schwizgebel (la sezione è curata da Matilda Tavelli, direttrice artistica del Festival Animatou di Ginevra). La presenza di Schwizgebel, insieme a Piotr Dumala, si fa portavoce dello spirito identitario del Festival, che include nel suo programma lavori accomunati da un’attenzione particolare alla matrice artistica e disegnativa, che attinge alla tradizione illustrativa, alla pittura, al disegno, alle tecniche incisorie, ad un mondo legato alla manualità più che al digitale.
Cinematografia sperimentale d’autore, produzioni indipendenti, artigianalità e autorialità sono le fondamenta sulle quali si costruisce l’iniziativa che, a partire dalla Sicilia, si cimenta nel tentativo di tracciare traiettorie verso il resto del mondo, come direttrici di un’unica storia intrisa di poesia e umanità. (Giuseppina Vara)
In home: Ageda Kopla Taldea, Beti bezperako koplak, Spagna 2017

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