Era tra quei pochissimi che fanno venire i brividi, fanno rimanere incantati, catturano lo sguardo degli addetti ai lavori e di chi non sa neppure cosa sia l’arte. Perché la ricerca artistica di Merz si occupava di cose grandi e di cose vere. Senza timori reverenziali. Le sue installazioni (arrivate subito dopo un periodo pittorico) duettavano con la natura, con la trasformazione, con la vita. Le sue spirali, le sue serie di Fibonacci simboleggiavano, semplicemente e grandiosamente, l’andamento dell’esistenza.
Nato a Milano nel 1925, era cresciuto e si era affermato a Torino durante gli anni dell’Arte Povera. Nel capoluogo piemontese lascia la compagna di sempre, Marisa, anch’essa artista, la figlia Beatrice ed una fondazione che di qui in avanti avrà il fondamentale compito di promuovere nel Mondo l’opera del maestro.
Le ultime opere realizzate da Mario avevano del favoloso. Una grande fontana a Torino, in una piazza semiperiferica, e una spirale luminosa a Roma nel cuore dei Fori Imperiali (ci siamo battuti fortemente, ricorderete, affinché restasse installazione
Dal 1994, ovvero da quando scomparve Alighiero Boetti, Merz è stato il più grandioso artista italiano vivente. Chi si occupa d’arte deve al contempo piangerne la morte e salutarne l’ingresso nelle sfere altissime della storia dell’arte di tutti i tempi.
I funerali di Mario Merz si svolgeranno martedì 11 novembre nella chiesa di San Fedele a Milano.
[exibart]
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Un sentito pensiero di profondo cordoglio
per donna Marisa. I grandi artisti non muoiono
mai.
E' morto l'uomo ma le grandi idee non muoiono. La sua idea e la sua opera rimarranno nella mia memoria, finchè vivo.