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La Fontana della discordia. Dopo letame ed esorcismi, Luigi Ontani espone il suo manifesto

di - 15 Maggio 2019
«Una porcata da coprire con una colata di cemento». Autore di questo dolce stilnovo è proprio lui, l’ineffabile Simone Pillon, senatore leghista, primo firmatario del controverso – a dir poco – decreto su affido e divorzio e agitatore del Family Day. In questo caso, l’avvocato, che sui social sta diventando sempre più popolare a forza di gaffe, si è scagliato contro la fontana pubblica che Luigi Ontani ha realizzato a Vergato, in provincia di Bologna.
Ontani, che a Vergato ci è nato, il 24 novembre del 1943, può essere considerato tra gli artisti italiani più apprezzati tanto in patria che all’estero. Ha esposto al Centre Pompidou di Parigi, al Guggenheim e al Ps1/MoMA di New York, al Centro de Arte Reina Sofia Madrid, nel 2011 ha ricevuto il Premio McKim dell’American Academy in Rome e nel 2015 è stato insignito da Sergio Mattarella con il Premio Presidente della Repubblica dell’Accademia Nazionale di San Luca. Nel corso della sua ricerca, iniziata negli anni ’70, ha spesso indagato le diverse modalità di riappropriazione delle immagini, dalle più iconiche e caratterizzanti della cultura e della storia italiane ed europee, a quelle provenienti da contesti geografici distanti da quelli occidentali, da Dante a San Sebastiano, fino alle maschere balinesi, tra kitsch e poesia.
L’opera pensata per omaggiare la sua cittadina natale è un ottimo esempio di questa pratica. Realizzata in marmo e bronzo e allestita nello spazziale antistante alla Stazione di Vergato, la fontana richiama lo schema classico del monumento pubblico, con un largo uso dell’allegoria. La scena è dominata da un alto fauno, che rappresenta il fiume Reno, sulle sue spalle c’è un putto, cioè il torrente Vergatello, e ai suoi piedi un tritone, l’Appennino. Ma per Pillon, che così ha dimostrato di padroneggiare alla perfezione anche la materia dell’arte, oltre a quella dei social network – vedi l’esilarante storia del “Forza Simo!” scritta a sé da se stesso – non si tratta altro che di «un satanasso con tanto di corna e di pene vistosamente eretto». Una descrizione che farebbe impallidire anche il Vasari, per la minuzia anatomica.
Il problema è che le sue parole non sono cadute nel silenzio o nello sberleffo, come avrebbero meritato. E allora via al consueto bagaglino. Sul palco sono saliti prima alcuni esponenti del mondo cattolico duro e puro, a cominciare da tal Mirko De Carli. Secondo il leader del Popolo della Famiglia, la scultura è oscena, offende i bambini ed è uno spreco di denaro pubblico. Evidentemente al De Carli, che vorrebbe «costruire la casa della nuova Europa sulle fondamenta delle radici cristiane», non deve essere piaciuta la matrice mitologica e politeista presente in molte opere di Ontani, oltre che alla base della cultura europea. Ma queste sono sottigliezze. Per dovere di cronaca precisiamo che l’opera è costata 150mila euro, mentre le spese per i lavori di allestimento ammontano a 90mila euro. Un terzo della cifra è stato garantito dalle istituzioni: 50mila euro messi dal Comune di Vergato e 30mila dalla Regione Emilia Romagna.
Dopo le parole sono arrivati i fatti. Nella notte tra mercoledì 8 e giovedì 9 maggio, degli ignoti hanno imbrattato la statua con del letame. Evidentemente ne avevano in abbondanza nelle proprie camere ma queste sono faccende private e preferiamo non approfondire. E visto che di clownerie non ce n’è mai abbastanza, è arrivato pure un esorcista non ufficialmente riconosciuto, che è stato allontanato dagli abitanti. Vergato, infatti, è vicina al Maestro, che già negli anni ’90 donò al Comune quattro vetrate, che rappresentano le quattro età, le quattro stagioni e i quattro elementi.
«Contiamo che gli inquirenti sappiano trovare gli autori di questo gesto vile e vigliacco, anche utilizzando le tecnologie di videosorveglianza. Avevamo paventato il rischio che chi semina odio poi raccoglie violenza, purtroppo ne abbiamo avuto conferma. A queste persone rispondiamo che non hanno offeso solo un’artista. Hanno offeso un’intera comunità. Ma Vergato non si lascerà intimidire. Il corteo di sostegno ha chiesto di mettere giù le mani dal nostro patrimonio artistico», ha spiegato il sindaco, Massimo Gnudi. Sostegno anche dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, e dal presidente della regione, Stefano Bonaccini.
E Ontani? L’artista, che si dichiara apolitico, in una intervista ha ricordato un episodio simile, avvenuto diversi anni fa, «con lo stesso “genere umano”, quando fui invitato a una mostra a Milano, siamo agli inizi del sorgere della Lega, e loro beffeggiarono il mio Grillo Mediolanum, mettendolo alla berlina in piazza, proprio a piazza Buenos Aires, con uno scatolone, un piatto e una michetta e chiunque, passando, senza nemmeno bisogno di scendere dalla macchina, poteva buttare dentro lo scatolone la sua opinione. Mi dissero, perché io non l’ho seguita, che a Radio Padania ne hanno parlato in continuazione, sbraitando tutti gli improperi possibili».
Nonostante tutto, Ontani continua a credere nel valore dell’arte, soprattutto in questi tempi di torbido inquinamento del pensiero. Il 10 maggio, presso la sede di Loft Canova, a Roma, è stato esposto un manifesto di Luigi Ontani, in risposta all’atto vandalico. «È una risposta decisa contro vandalismo e polemiche, che ribadisce l’indipendenza dell’arte come atto creativo completamente slegato da strumentalizzazioni politiche e connotazioni ideologiche che non hanno nulla a che vedere con la conoscenza dell’arte», ha dichiarato Pasquale Piroso, architetto fondatore di Loft Canova. (mfs)

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