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L’Expo? “Made in Italy” e poco estero, anche tra i visitatori. Ecco i dati di Federalberghi a due mesi dalla chiusura dell’Esposizione

di - 26 Agosto 2015
Chi si aspettava una “calata” di stranieri non ci ha visto particolarmente lungo. Quelli che erano i presentimenti iniziali, per Expo 2015, hanno mantenuto le aspettative: i visitatori sono, sono stati, e probabilmente saranno, in larghissima parte italiani.
Secondo le prospettive, al termine dell’evento, il prossimo 31 ottobre, saranno 16 milioni i “turisti” approdati tra i padiglioni del Cardo e del Decumano: in tal caso quattro milioni sotto la cifra stimata e spesso ribadita come certa dall’Amministratore Unico Giuseppe Sala, ma porco importa, visto che il successo sarebbe già garantito.
Eppure stavolta è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a fare un po’ di pulci: «I grandi eventi creano grandi numeri, ma di sicuro non abbiamo adeguatamente promosso con campagne pubblicitarie e la creazione di pacchetti ad hoc un’occasione unica per valorizzare col veicolo dell’Expo l’immagine turistica complessiva del Paese che ha contribuito, nel semestre interessato dalla manifestazione, a rimettere in moto l’economia turistica dell’intero Paese».
Ma come? Non dovevano esservi convenzioni con Russia, Cina, India e chi più ne ha più ne metta? E tutto non doveva avere una profonda ricaduta sul turismo nazionale, tanto che si era disposti a muovere mari e monti per portare gente in visita ai tesori da una parte all’altra d’Italia?
Sulle ricadute economiche dell’area Nord Milano e Sempione avevano già preso parola i commercianti, delusi, come avevamo riportato. E anche in città, proprio a Milano, pare che le cose non siano andate esattamente nel verso sperato. Ma non disperiamo. Mancano ancora due mesi, chissà che passato il grande caldo, qualcosa di attrattivo si muova anche nei confronti di chi vive al di là dei nostri confini e del battage pubblicitario che quotidianamente viviamo intorno all’Esposizione Universale.

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