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Lo psicodramma di Rivoli. Il neodirettore Jens Hoffmann si dimette

di - 21 Dicembre 2009
Non solo non avevo firmato, ma neppure avevo visto il contratto” sbotta in una intervista su Repubblica Jens Hoffmann annunziando le sue dimissioni neppure 24 ore dopo dalla nomina di direttore del Castello di Rivoli. “Avevo chiesto di aspettare a dare la notizia per potere avvertire il Wattis Institute, che dirigo a San Francisco. E invece sono stato messo in difficoltà. Rinuncio perché non sarebbe un buon modo di iniziare, c’è stata mancanza di onestà nei miei confronti”. E Minoli, il presidente del Castello? “Hoffmann non è una persona seria, avrà avuto altri motivi personali, magari voleva farsi pubblicità”. Ma, viene da domandare, caro presidente, ma se non era una persona seria perché lo aveva selezionato? In base a quali criteri? E davvero si pensa che un trentacinquenne che è stato direttore all’ICA di Londra venga a farsi pubblicità alzando una canizza attorno a Rivoli?
E così l’anno orribile del Castello di Rivoli – il primo e a tutt’oggi il più rappresentativo museo d’arte contemporanea italiano è dal dicembre 2008 senza direttore – si conclude nel peggiore dei modi. Soprattutto ammantato da una atmosfera di cialtronaggine quintessenziale che la dice davvero lunga sulla condizione della cultura museale italiana e sul come è gestita (e come è reputata all’estero).
I tasselli del mosaico vi sono veramente tutti. Attori di una commedia molto, troppo italiana che – come tale – fa scappare gli stranieri a gambe levate. Ripercorriamoli come in un film di Tarantino: il presidente assolutamente fuori contesto (Giovanni Minoli, bravissimo a fare altro, è davvero adeguato nel ruolo di presidente di un museo? Prendendo posto sulla sua poltrona dichiarò: “non venivo a Rivoli dall’ottantaquattro…”); il direttore in pectore sponsorizzato dall’assessore (Bellini ha delle doti indubitabili, ma il suo rapporto con l’assessore alla cultura della Regione Piemonte è risultato a tratti spudorato e le sue dichiarazioni di ieri – “quasi quasi ora me ne torno a fare Artissima” – francamente hanno aggiunto una spolveratina di superficialità al sufflè); il museo con il consiglio d’amministrazione lottizzato; il concorso per il nuovo direttore pilotato (Hoffmann dichiara: “ci hanno chiesto di essere in due”… mha!).
Ora senz’altro è difficilissimo dare le colpe a quello o quell’altro protagonista di questo spettacolo (le lamentele di Hoffmann in effetti risultano un filino pretestuose), ma l’unica lettura che si può dare del panorama si attaglia perfettamente su un vecchio adagio che recita così: chi semina vento, raccoglie tempesta.
Se la nomina di un direttore di un museo procede sommando forzature a forzature, colpi di mano e giochi di potere, alla fine viene fuori il pasticcio. Comunque, per dirla con Minoli, in qualche modo si risolverà: “affiancheremo qualche altro straniero a Bellini”. Et voilà.

[exibart]

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  • a milano vanno a ruba statuette del duomo... a
    torino .. quando la mole antonelliana.??...!!!
    minoli ke dal del bandito a hoffman.. sembra
    vittorio feltri e di pietro... basta..!!!
    CAPITALE DELLO SLOW FOOD... SII PIU FAST LA PROSSIMA VOLTA...

  • ci sceglierà adesso?
    è un bel pasticcio.
    chi affiancherà il nostro egregio bellini?
    c'è la faranno per il natale?
    queste ed altre novità nella prossima puntata de:
    il castello di rivoli

  • Rivoli conta come il due di picche a briscola con briscola cuori...fanno picchi di 20 mila visitatori a mostra, una torre di cristallo persa in una brughiera nebbiosa come le idee di chi la dirige...

  • bellini forse si è dimenticato del culo che gli hanno fatto le principali gallerie italiane ad artissima per la vergognosa distribuzione del suo libercolo.
    già dimenticato?
    luca rossi, farnetichi.

  • minoli fai un concorso internazionale chi si candida al ruolo deve presentare un programma e poi lo scegli-ma puo' essere anche uno sconosciuto,che come vedi puo' essere meglio di chi è anche famoso ma vale fino ad un certo punto.

  • IL GIOVANE GENIO CHE VIENE DA LONTANO
    GIALLO D'ARTE
    Il giovane genio arriva in Italia, nella esoterica Torino, si candida, vince e gioisce.
    Nella serata entusiasticamente comunica la sua nomina ad amici e conoscenti.
    Ma la notte porta consiglio.
    O la notte porta scompiglio ?
    Nella notte il giovane genio si interroga, riflette, soppesa e si tormenta, insieme a una fatina consigliera, si angoscia e alla fine ....ci ripensa.
    CHE FARE ???
    Come dire, come spiegare, come uscirne bene che alibi onorevole trovare ???
    mmm ....ma certo!!! è l'unica .......si sa che Italia sono tutti scorretti, poco preparati e niente professionali - suggerisce la fatina - eppoi c'è la politica che è sempre sporca.
    Ecco fatto : ne esce magnificamente come splendente cavaliere senza macchia e senza paura!!!!!!!!!!!!!
    CHE BELLO!!!!

    P.S.
    Giallo d'arte: ma il vero motivo qual'è?
    E ancora: MA COSI' CHI SALVERA' IL MONDO, povero Dostojevski........

  • Ahh Boresta... !!! BASTAAA!!!! Ma perchè te devono invità alla biennale... o a rivoli? E dajeeee a ripijate... se vuoi ti invito a cena!

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