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Mentre Erdogan continua con le sue provocazioni, in Turchia viene presentato il progetto di un museo subacqueo

di - 16 Aprile 2015
Dopo le polemiche dei giorni passati, il Presidente turco Erdogan continua a minacciare il popolo armeno e a criticare aspramente l’affermazione del Pontefice. Poche ore fa ha infatti ribadito durante una riunione di partito la “generosa” decisione della Turchia di non espellere dal Paese i 100mila lavoratori armeni (facendo intendere tra le righe l’esistenza di questa possibilità), non risparmiando nei suoi commenti né il Papa né l’Unione Europea.
Che Erdogan non avesse spiccate qualità diplomatiche l’avevamo già capito quando, con un commento decisamente inappropriato, criticò Statue of Humanity, opera scultorea simbolo della pace tra la Turchia e l’Armenia, realizzata da Mehmet Aksoy. Questo scherzetto gli costò circa 3mila e 500 euro di multa, da corrispondere all’artista in compensazione dell’offesa subita.
Ma mentre il Presidente continua il suo sproloquio, il Ministro della Cultura e del Turismo turco Ömer Çelik annuncia l’approvazione di un interessante progetto. La notizia riguarda l’apertura di un museo subacqueo, in particolare oggetto dell’attrazione saranno le rovine di una basilica della prima epoca bizantina scoperte lo scorso anno in un lago della provincia di Bursa. I ricercatori stanno studiando il sito per trasformarlo in un vero e proprio mausoleo, con la speranza di rinvenire anche altri reperti archeologici nell’area circostante. La chiesa dista circa 20 metri dalla costa del lago Iznik e fu individuata nel gennaio 2014 grazie a uno scatto aereo. Secondo gli archeologi la basilica risale al 310 d.C. circa e probabilmente crollò a causa di un grande terremoto che colpì l’intera regione nel 740 d.C. Quel che resta da chiedersi ora è cosa inventeranno per rendere il sito fruibile ai visitatori, certo è che il progetto conferirà all’area un forte richiamo turistico.
Un’attrattiva in più per il sesto Paese più visitato al mondo (l’Italia è al quinto posto), definito grazie al suo enorme e variegato patrimonio culturale la “Culla delle civiltà”. Quella civiltà che forse anche Erdogan dovrebbe ritrovare, cominciando innanzitutto con l’abbassare i toni. (Giulia Testa)

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