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Morto a Roma il regista sperimentale Alberto Grifi

di - 23 Aprile 2007


Alberto Grifi
, pittore, regista, cameraman, fonico, attore, fotografo pubblicitario, ma anche sperimentatore di dispositivi video-cinematografici come il “vidigrafo”, è morto ieri, 22 aprile 2007, a Roma, all’età di sessantanove anni. Nato a Roma il 29 Maggio del 1938 in un’officina dove suo padre costruiva truke e macchine da presa speciali, Alberto Grifi -che in gioventù ha frequentato lungamente Cesare Zavattini– è considerato tra i primissimi autori di quello che fu chiamato “cinema sperimentale italiano”. Ha attraversato la neoavanguardia degli anni Sessanta condividendone ispirazioni, richiami e spinte sperimentali. La sua opera si incrocia spesso con quella di artisti visivi, come Gianfranco Baruchello, con il quale nel 1964 realizza La Verifica Incerta, un collage distruttivo e dissacratorio di film hollywoodiani famosi rimontati pensando al Dada, presentato per la prima volta a Parigi dove suscitò l’entusiasmo di Marcel Duchamp, Man Ray, Max Ernst. John Cage, entusiasta della colonna sonora, lo presentò al Museum of Modern Art di New York. È stato fra i primi a passare al videotape, all’inizio degli anni Settanta. Famoso anche il suo Anna (1972-75), realizzato con Massimo Sarchielli, considerato un cult movie della cultura alternativa post sessantottina. Sue retrospettive sono state presentate fra l’altro dal Filmstudio di Roma, dal Festival di Pesaro, dal Museo Pecci di Prato, dall’Università di Architettura di Milano, dal Filmfestival di Genova, dal Dams di Bologna, dal Museo del cinema di Torino, dal Beaubourg di Parigi (Monter Sampler). Alcuni film di Grifi, come “La verifica incerta”, “Anna”, “Lia e Michele alla ricerca della felicità”, selezionati da Tatti Sanguineti e dall’autore stesso, sono stati al centro di una rassegna svoltasi nel febbraio scorso a Roma, all’Apollo 11 e alla Casa del Cinema.

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Sito web del regista
Un recente videomessaggio di Alberto Grifi

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  • NON OMNIS MORIAR.
    "Non morirò del tutto."
    ( Ovidio )

    Proprio nei giorni in cui al Macro Future ( complimenti per questo nome fantasioso ) Into Me, Out of Me sta proponendo il meglio della videoarte mondiale
    Vorrei invitarvi a pensare. Pensare ad i grandi nomi giustamente presenti e ad altri inseriti a forza.

    Pensare a quanto i videoartisti di oggi nelle loro inutili provocazioni siano ormai equipaggiati con alabarde spuntate...in continuo debito con i loro predecessori.

    Pensare ad Alberto Grifi ed alla sua "Verifica Incerta", un chiaro esempio di VERA videoarte.

    Promuoviamo nomi che non hanno nulla da dire e ci dimentichiamo di incensare ciò che potrebbe realmente dar lustro alla nostra nazione all'estero.

    Ho visto uno Stan Brakhage in vita ignorato dal sistema dell'arte, ora osannato a gran voce.
    Vedrò sicuramente un Alberto Grifi abbandonato in vita a cui dedicheranno decine di retrospettive...
    ora niente ha più senso.

    Alberto Grifi non morirà mai!

  • http://www.ecn.org/xm24/article/331/appello-per-alberto-grifi

    Appello Per Alberto Grifi
    Cari amiche e amici,
    Alberto Grifi, nato a Roma nel 1938, è unanimemente considerato da critici e studiosi uno dei primi e tra i più importanti autori di cinema sperimentale in Italia. Con alcuni suoi film ‘La verifica incerta (1964), Anna (1972-75) – ha scritto delle pagine fondamentali del nostro cinema, conosciute ed apprezzate anche all’estero.
    Ha perseguito con coerenza un’idea di cinema indipendente in opposizione al cinema-spettacolo, portando avanti un continuo lavoro di disvelamento e destrutturazione dei linguaggi e dell’apparato produttivo del cinema, rifiutandosi a qualsiasi compromesso. In gioventù ha frequentato il salotto di Zavattini, facendo suo l?invito rivolto dal grande vecchio di Luzzara ai giovani cineasti (ma ben pochi l’hanno ascoltato) a non
    perdere tempo per cambiare il cinema ma ad impegnarsi a cambiare la vita perché da là sarebbe venuto un cinema veramente nuovo. Ha attraversato la cosiddetta neoavanguardia degli anni Sessanta condividendone ispirazioni, richiami e spinte sperimentali. Tra i primi a passare al videotape all’inizio degli anni Settanta, Grifi l?ha utilizzato anche per documentare i conflitti, le forme di aggregazione e il modo di essere e di esprimersi di un?intera generazione. Il suo archivio personale, che andrebbe anche restaurato e preservato, è quindi una risorsa non solo per conoscere il suo lavoro ma per riportare alla luce la ricchezza culturale e umana di un decennio dimenticato.
    Le sue condizioni di vita però sono tragicamente peggiorate negli ultimi anni. Dal 1989 è senza casa, sfrattato da un appartamento nel quale viveva con una anziana zia nel quartiere Prati a Roma. Sopravvive in precarie condizioni economiche ospite presso amici in varie città italiane. Se ciò non bastasse, recentemente gli è stata diagnosticata una malattia che rende ogni ospitalità problematica e difficile il proseguimento dell’attività lavorativa: una cirrosi epatica virale in stato avanzato e due carcinomi. Necessita quindi di un monitoraggio continuo e di frequenti ricoveri
    ospedalieri. Il bisogno di un alloggio è urgente e improcrastinabile.
    Aggiungi la tua firma alle nostre a questo appello affinché il Comune di Roma si attivi tempestivamente per trovare una soluzione.

  • Sono perfettamente d'accordo con Emanuele Napolitano. Ma aggiungo: prepariamoci alle lusinghe e le celebrazioni post-mortem durante il Festival del Cinema a Roma...si vociferava un premio alla carriera per Grifi...Un artista per cui non si è fatto nulla nel momento del bisogno, verrà probabilmente incensato dalle stesse istituzioni che avrebbero dovuto aiutare l'uomo e sottolineare a tempo debito l'importanza del suo operato. Ma tant'è...che siamo in Italia.

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