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Palazzo Braschi, un nuovo allestimento per il museo di Roma

di - 20 Dicembre 2002

A sei mesi dalla riapertura del Museo di Roma, viene oggi proposto un nuovo allestimento che consente al pubblico di ammirare altre opere selezionate tra le ricchissime collezioni del Museo. Oltre ad alcune integrazioni del percorso con nuove sculture, quali il busto del Cardinale Giulio Gabrielli, e dipinti, come La cordonata del Campidoglio di Johannes Lingelbach, La dama alla toletta di Pompeo Batoni e Il gioco del pallone nel cortile di palazzo Rospiglisi di Adrien Manglard, le sale dedicate alla grafica e alla fotografia sono state totalmente riallestite.
La sala 7, che nella prima esposizione presentava opere grafiche dedicate alla rappresentazione di cerimonie, feste religiose e laiche, cortei e processioni, ospita la sezione di vedute romane “La città del Grand Tour”. Si tratta di una selezione di incisioni e acquerelli eseguiti tra la fine del 1700 e la metà del 1800 che rappresentano testimonianze del viaggio a Roma compiuto da pittori stranieri e, allo stesso tempo, del fiorente mercato nato per soddisfare il desidero di turisti e viaggiatori di portare con loro un ricordo della città. Roma era considerata una tappa irrinunciabile per i viaggiatori europei del “Grand Tour” e questo spiega l’abbondantissima produzione di dipinti, acquerelli ed incisioni realizzati per lo più da artisti stranieri e destinati al mercato dei “Granturisti”.
Sono esposti alcuni acquerelli e tempere di Antoine-Jean-Baptiste Thomas, contraddistinti da un tratto vivace ed immediato, che traggono ispirazione da scene di vita romana, e alcune opere di John Ruskin, testimonianza dei periodi che il pittore e critico trascorse a Roma, come la Veduta di Santa Maria del Pianto e i piccoli fogli che raffigurano Via del Corso, le rovine del Palazzo dei Cesari e Villa Borghese.
La sala 12 accoglie ancora la sezione dedicata alla “Nascita del ritratto fotografico”, ma presenta una diversa selezione di opere realizzate nella seconda metà dell’Ottocento da fotografi come Gioacchino Altobelli, i fratelli D’Alessandri, Luigi Primoli, Henri Le Lieure De L’Aubepin. La fotografia degli esordi mantenne una continuità con la tradizione pittorica del ritratto, per secoli prerogativa delle classi dominanti. Sono caratteristici di questo periodo i grandi ritratti in studio, composti con pose meticolose ed attente come per i dipinti, con i protagonisti ripresi in posizione statica, immobili per i lunghi tempi di esposizione e circondati da oggetti che rispondessero ad una ben precisa messa in scena. D’altro canto però la diffusione della fotografia, che si svolse parallela al progresso industriale, alla crescita economica ed alla conseguente ascesa della classe borghese, rese il ritratto una pratica molto diffusa ed economicamente accessibile che offrì anche ai nuovi ceti sociali una possibilità di autorappresentazione. Verso la fine dell’ Ottocento la professione del fotografo si affermò ormai in piena autonomia e la divulgazione della più moderna tecnica alla gelatina bromuro d’argento, che si prestava anche a preparazioni industriali, consentì alla fotografia di diffondersi enormemente. Il ritratto di conseguenza non fu più solo una rappresentazione statica di personaggi, ma divenne strumento per la documentazione dei vari aspetti e delle varie fasi della vita familiare, mondana e dei riti sociali.
In concomitanza con il nuovo allestimento sarà pubblicata (disponiile da Gennaio) la “Guida breve alla visita del Museo di Roma”, agile strumento che potrà accompagnare i visitatori alla scoperta delle opere del Museo e guidarli in un affascinate percorso della storia, del costume, dell’arte a Roma tra il Seicento e l’Ottocento. La Guida, di circa 200 pagine e ricca di illustrazioni, è pubblicata da Gangemi Editore e sarà in vendita presso il bookshop del Museo (€ 12,00).


palazzo braschi
via di san pantaleo (piazza navona)
0667108346, ingresso intero 6.20 euro, ridotto 3,10 euro, mar-dom 9-19 ch lun


[exibart]

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