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Questo non è un selfie con Cindy Sherman. La storia dell’autoritratto fotografico, al museo di San José

di - 23 Agosto 2017
Lo sospettavamo tutti e, in fondo, ci piace credere che sia così, il selfie è una questione di sensibilità artistica. Si sceglie la luce giusta, i colori più adatti al momento, quel ramo dell’albero sullo sfondo deve mettere in risalto ma non troppo l’espressione del volto che, atavico protagonista della rappresentazione, compare in primissimo piano. Poi, finalmente, si scatta, si osserva il risultato e sembra proprio che non ci sia tutta questa differenza con Rembrandt, con Van Gogh, oppure, tornando all’autoritratto fotografico, con Cindy Sherman che, oltretutto, ha anche recentemente aperto il suo account ufficiale su Instagram. «Oggi, milioni di selfie, da quelli divertenti e autoironici a quelli intimi e sessualmente espliciti, vengono condivisi con amici e sconosciuti, in ogni parte del mondo. Ma il selfie è la stessa cosa del genere fine art del ritratto fotografico?», dice Rory Padeken, curatore del San José Museum of Art dove, il 25 agosto, aprirà “This is not a Selfie”, mostra organizzata in collaborazione con il LACMA-Los Angeles Conty Museum of Art.
In esposizione, parte delle fotografie della prestigiosa collezione che Audrey e Sydney Irmas, ricchi imprenditori e filantropi, donarono al museo di Los Angeles nel 1992. Una lunga sequenza di volti molto noti, autoritratti dei più influenti fotografi che hanno fatto la storia del medium della riproducibilità per eccellenza, dalle sperimentazioni del XIX Secolo alle tecniche digitali, con opere di Berenice Abbott, Diane Arbus, Hans Bellmer, Christian Boltanski, Nan Goldin, Robert Mapplethorpe, Nadar, Luigi Ontani, Catherine Opie, Orlan, Cindy Sherman, Alfred Stieglitz, Lorna Simpson e Andy Warhol, tra i molti altri. Insomma, ci sono proprio tutti gli artisti che hanno provato l’ebbrezza estetica dell’autoritratto fotografico e potrebbe essere divertente trovare affinità o divergenze tra il vostro profilo social e le immagini entrate nell’immaginario collettivo. Unico avvertimento, prestate attenzione a non urtare qualche opera, mentre fate un selfie con l’autoritratto di Henri Cartier-Bresson.
In home: Nadar (Gaspard-Félix Tournachon), Self-Portrait in Indian Costume, 1863, The Audrey and Sydney Irmas Collection Photography
In alto: Cindy Sherman, Untitled, 1977, The Audrey and Sydney Irmas Collection

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