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i curatori saranno nuovi ma gli artisti sono sempre quelli. A che servono nuove generazioni di curatori se operano(supponendo che le abbiano prese loro) le stesse scelte delle generazioni precedenti. Vedremo le stesse cose esposte in maniera diversa? accidenti che rivoluzione!
E' sicuramente più facile e sopratutto conveniente, in termini economici ma anche di preziose conoscenze, lavorare con artisti già più o meno inseriti nel sistema.
Quando capirete che il funzionamento olistico di un sistema avviene se si rafforzano i valori in crescita e non quando si rinnova di continuo la proposta, senza dare modo alla qualità di cementificare e radicarsi con evidenza? Non serve proporre di continuo nuovi giovani o giovanissimi che somigliano a parametri già metabolizzati; al contrario, serve che i miglior autori vengano supportati in maniera ramificata, da molteplici referenti che assieme contribuiscono al successo di quell'autore?
Appunto hai centrato il problema, chi dice che questi sono gli autori migliori?
Che puntare su un numero chiuso di artisti e infilarli ovunqe(compresi spazi non profit e finti alternativi) sia una maniera per rafforzare e liggitimare questo sistema non lo mette in dubbio nessuno. Quello che si mette in dubbio è la leggitimità stessa di questo sistema. Capisco che per alcuni, la famosa maggioranza, è difficile guardare dove nessuno ti dice di farlo però li nell'ombra, avvolta nelle tenebre qualcosa c'è...e non è peggiore di ciò che è illuminato a giorno.
ma l'avete vista la mostra invece di saltare subito alle conclusioni e giudicare i 'sistemi olistici'? hanno aderito più di 30 artisti e si sa che il giornalismo cita i 'nomi che contano'......io sono stata all'inaugurazione e l'ho trovata una mostra molto interessante. i progetti non sono le solite proposte banali e penso che i curatori non portino avanti le scelte di generazioni precedenti. vi consiglio cmq di andarla a vedere.
avendola vista, viene pure da chiederci che ci facciano dei "curaotori" appena usciti da un master(?) in un museo. Ma d'altra parte da un museo che si accinge ad ospitare una fiera è lecito aspettarsi anche questo. Tra le poche opere effettivamente esposte qualche rarissimo nome nuovo c'è, ma c'è per esempio una neocuratrice che su tre artisti esposti ne ha presi due da The Gallery Apart, Botto&Bruno, Cecchini, Pietroiusti e gli altri citati li conosciamo da un pezzo.
C'erano anche dei progetti, perchè questa era in sostanza una mostra di progetti, che non prevedevano o contemplavano la scelta di artisti.
Quindi, in conclusione, sostanzialmente la solita solfa.