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Sicilia, il Satiro Danzante non si muove. Una copia viaggerà al suo posto

di - 11 Febbraio 2004

Il Satiro Danzante di Mazara del Vallo (Trapani) è un tesoro di rara bellezza, fragilissimo, potente, misterioso. Dopo 2400 anni il mare lo ha riconsegnato alla terra e alla memoria.
Il restauro compiuto all’ ICR di Roma gli ha restituito vigore e luce. Un oggetto delicato, al centro di rissose polemiche e discussioni infinite. L’opera ha superato i dipinti del Caravaggio per numero di richieste di prestiti da parte di musei internazionali, dal Louvre al Metropolitan di New York. Con insistenza cercano di averlo, come fosse ormai una specie di mitico trofeo inaccessibile. E in effetti lo è. Le amministrazioni locali hanno resistito a qualsiasi lusinga e allettante proposta di ospitalità temporanea. Il sindaco di Mazara, Nicolò Vella, ha di recente comunicato la sua definitiva e rigorosa volontà di non consentire alcuno spostamento della statua, certo che non reggerebbe allo stress di viaggi anche brevi: troppo delicato, il rischio di lesioni è estremo.
Ma la soluzione trovata è la solita, la stessa già avanzata per i Bronzi di Riace. La clonazione fedele dell’opera, idea abbastanza grottesca e poco saggia, da tutti i punti di vista.
Il Sindaco ha inoltrato richiesta ufficiale all’assessore regionale ai beni Culturali, Fabio Granata, e al Presidente della Regione,Totò Cuffaro, affinché un modello conforme venga costruito e mandato in giro a far pubblicità al gemello autentico.
La questione si complica in questi giorni: l’onorevole Granata, in vista degli imminenti lavori di restauro che manterranno chiuso il S.Egidio, il museo dove è custodito il Satiro, avanza l’idea di un piccolo viaggio: la statua potrebbe raggiungere Palermo, per suggellare la chiusura dei festeggiamenti per i 25 anni dell’ Assessorato. Sono in corso incontri e accese discussioni per cercare di dipanare l’arrovellata questione. Che con tutta probabilità si risolverà in un buco nell’acqua. Col satiro a riposo nel Museo sigillato, e magari, al posto suo, un frustrato manichino in visita nel capoluogo, accolto tra fasti e clamori non troppo vigorosi. (helga marsala)

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