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Torino. Artissima e oltre/16. Pratiche curatoriali e crisi economica. Ecco i “PIIGS” alla Fondazione Sandretto, progetto dei giovani di “CAMPO 15”

di - 6 Novembre 2016
Continua con il progetto PIIGS An alternative geography of curating, la riflessione sullo stato attuale delle pratiche curatoriali in Europa. Attività collaterale alle molteplici iniziative di Artissima 2016, concepita da Campo 15 e con il sostegno della Fondazione CRT, si propone attraverso vari dispositivi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nella tre giorni della fiera torinese. Il progetto si avvale del contributo di collettivi curatoriali provenieni da cinque paesi differenti, e vale a dire Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Alla base dell’acronimo (che denota i Paesi “cattivi” pagatori d’Europa) PIIGS.
La presenza di esperienze artistiche e realtà differenti, ha consentito un’accurata analisi dei risvolti socio-economici e antropologici nei suddetti stati, nonché l’effettiva condizione dei piani di lavoro curatoriali. Se, come sostiene Achille Bonito Oliva, «Il critico si avvale dello strumento saggistico e di quello espositivo», in questo caso, l’esperienza critica e curatoriale si arricchisce di un pensiero collettivo, un dialogo che va oltre i confini statuali, un corpus transnazionale che ha già una sua chiara identità, e che ricorre a un’ulteriore riflessione comunitaria per osservare le disfunzioni del sistema contemporaneo. Istanze e valutazioni sono il frutto di un effetto domino generato dalle disequazioni tra Nord e Sud dell’Europa, centro e periferia, creatività e ordine economico, moneta unica e tradizione popolare.
L’ordito che costituisce queste maglie, è la trasposizione di un percorso iniziatico che diventa materiale per un ciclo di performance che ha scandito la prima serata inaugurale, in contemporanea all’ouverture delle mostre di Josh Kline e Harun Farocki. L’azione di g. olmo stuppia, è la prima drone performance avvenuta alla Fondazione Sandretto, una scultura in movimento che il più delle volte ha fatto girare il capo all’insù al pubblico in sala, con un banner fluttuante in chiffon parigino recante la scritta “n.O.I.A” (Nonostante Oltralpe Insistano Ancora): atto di denuncia reiterato contro i paesi più forti della Ue; e poi i paradigmi di Francesco Nordio, ovvero mappe concettuali sul neoliberismo finanziario e le relative condotte da attuare per mettere in crisi il sistema capitalistico. La performance degli Apparatus 22 sull’equità e sul valore economico dell’arte. Il lavoro di Anna Lascari, artista che ha rappresentato la Grecia alla prima Biennale del Sud a Caracas, in mostra con un’opera sull’abbattimento dei confini al neon e plexiglas, Barrier; Fiona Marron, artista scelta dal collettivo irlandese in mostra con due installazioni e un’opera video; Kostas Rousakis, che attraverso visori per diapositive ci conduce in un cimitero di altoparlanti in cui riecheggiano le domande e rifiuti del sistema. L’opera Check the condition. A real-time archive on the emergent curatorial open calls in Spain, di Alejandro Castañeda, Carles Àngel, Sofía Fernández, Álvaro Giménez, Jone Uriarte: un archivio sull’emergenza curatoriale in Spagna che palesa la grande precarietà e povertà di spazi indipendenti. Silent Peace, di Pavlos Nikolakopoulos, con dentelli acuminati come spettro di un sistema finanziario avanzato. E Giulio Delvè con Muralismi, un pezzo dei graffiti della Berlino est che viaggia di esposizione in esposizione, come diaspora di una vecchia Europa oramai ridotta a una signora anemica. (Rino Terracciano)

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