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Una Coca Cola che vale sessanta milioni di dollari. Christie’s e Sotheby’s si contendono Warhol e discepoli, in due aste infuocate, all’ultima icona

di - 12 Ottobre 2013
Silver Car Crash (Double Disaster), 1963, la cui stima si aggira intorno ai 60 milioni di dollari, Liz #1 (Early Colored Liz) del 1963, stimata 20-30 milioni di dollari, Flowers (Five Floot Flowers), 1964, all’incanto per 10-15 milioni di dollari. Ecco che torna lui, Andy Warhol, a far tremare i polsi della stagione 2013-14 delle case d’asta newyorkesi. In questo caso siamo da Sotheby’s, e la serata sarà quella del prossimo 13 novembre, quando insieme alle icone del Maestro della Pop saranno battuti anche diversi “colleghi” degli anni ruggenti della Grande Mela e non solo, da Jean Michael Basquiat a Gerhard Richter. Ancora, insomma, animali da collezione, per tentare di sbancare di nuovo a suon di record. E ci prova anche Christie’s, che gareggerà in linea con le stime di Silver Car Crash con una bottiglia di Coca Cola (3), datata anch’essa 1962 e chiusa in una collezione privata da oltre 26 anni.
Il pezzo, all’incanto il 12 novembre al Rockfeller Center, e in mostra a Londra da oggi e fino al 18 ottobre, non solo è uno dei pochi lavori dell’epoca realizzati a mano, ma anche un soggetto innalzato a monumento, quasi a “mezzo busto”. La stima? Anche qui in alta siamo sull’ordine dei 60 milioni di dollari.
«In un momento in cui migliori collezionisti internazionali sono alla ricerca di capolavori blue-chip, nulla è più iconico dei dipinti a mano realizzati dal maestro della Pop Art, Andy Warhol. Coca Cola (3) è uno dei primi lavori dell’artista che definisce la generazione Pop. Questo lavoro di qualità  museale è stato in una delle più importanti collezioni di Warhol per oltre due decenni», ha dichiarato Brett Gorvy, Presidente e Responsabile Internazionale della sezione Post-War & Contemporary Art di Christie’s. Che la stessa sera metterà al fianco del “Padre” anche il discepolo Jeff Koons, con un suo Balloon Dog arancione.
«Sento di rappresentare gli Stati Uniti con la mia arte, ma sono non un critico sociale. Dipingo queste cose nei miei quadri perché sono quelle che conosco meglio. Non sto cercando di criticare il Paese in alcun modo, né di trasmettere bruttezza. Sono solo un artista puro, credo» diceva di sé Andy Warhol. La guerra è aperta!

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