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Una storia svelata. Presentata la banca dati di Palazzo Reale di Palermo, ricostruito in 3d

di - 30 Giugno 2018
40mila fotografie, 50mila metri quadrati analizzati, 600 campioni di materiali esaminati, 3 miliardi di punti battuti dai laser scanner, migliaia di pagine di documenti e cartografie studiate. Ecco, espressi in numeri, il rilievo tridimensionale e la banca dati del Palazzo dei Normanni di Palermo, la più antica residenza reale d’Europa, dimora imperiale con Federico II e, attualmente, sede dell’Assemblea regionale siciliana. Il progetto, iniziato nel 2010 e coordinato da Ruggero Longo, è frutto della sinergia tra Ars, gruppo interdisciplinare dell’Università della Tuscia, e Tecno-Art, aggiudicataria di un bando europeo di circa 500mila euro.
E così, dopo 8 anni, lo studio è giunto a compimento con la realizzazione di una piattaforma digitale virtuale, attraverso la quale è possibile consultare un archivio completo delle diverse stratificazioni che hanno attraversato il palazzo storico, dalla fase araba a quella greco-bizantina e normanna, fino alle planimetrie più aggiornate. Uno strumento prezioso tanto per i fruitori quanto per gli addetti ai lavori che potranno estrarre piante e sezioni in formato digitale e approfondire le tecniche di costruzione. Il progetto ha infatti previsto anche una campagna di indagini diagnostiche non invasive che, tra le altre cose, ha permesso la creazione di un primo archivio delle malte medievali palermitane, con 170 campioni analizzati.
A emergere sono stati anche interventi strutturali realizzati nel corso del tempo, come una finestra, oggi murata, sulla parete settentrionale della stanza di Ruggero, dove sono stati mappati anche i bellissimi mosaici, raffiguranti elementi vegetali e scene di carattere aulico, mitologico e venatorio, simboli del potere normanno e in stile greco-bizantino con influenze persiane. Attraverso la fluorescenza ai raggi X, è stata esaminata la composizione chimica del vetro delle tessere e dei pigmenti.
I risultati delle indagini sono confluiti in una banca dati accessibile tramite una piattaforma online, consultabile anche attraverso smartphone, che consentirà anche la navigazione virtuale nel Palazzo Reale, la consultazione del database contenente i risultati ricavati dalla ricerca scientifica e dalla campagna diagnostica.
E, secondo Maria Andaloro, già sovrintendente del Palazzo e ideatrice del progetto, cominciato da Gaetano Armao quando era assessore ai Beni culturali, l’indagine è solo un punto di inizio, configurandosi come una base di dati incrementabile, per «un palazzo-città che testimonia come in nessun altro luogo, la stratificazione della storia di Palermo».

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