Categorie: Street Art

Al K11 Musea di Hong Kong, una super mostra di Street Art a cura di Jeffrey Deitch

di - 1 Febbraio 2023

Una mostra monumentale dedicata al Graffitismo e alla Street Art aprirà in primavera al K11 MUSEA di Hong Kong, il super spazio dedicato ai progetti espositivi della K11 Art Foundation che, a sua volta, è la sezione dedicata all’arte e alla cultura di k11, il conglomerato fondato da Adrian Cheng, ricchissimo imprenditore cinese. Considerando il livello ma anche l’immagine dell’organizzazione, a curare la mostra non poteva che essere uno come Jeffrey Deitch, critico d’arte statunitense notissimo per le sue prese di posizione sempre sopra le righe, oltre che per i suoi progetti innovativi, tra cui ricordiamo “Post Human”, del 1992, esposizione dedicata al progresso tecnologico e al pluralismo identitario, sociale ed estetico, esposta peraltro anche in Italia, al Castello di Rivoli.

«Jeffrey è stato in prima linea nell’accettazione istituzionale della street art e siamo lieti di lavorare con lui per portare questa mostra storica in Cina», ha commentato Adrian Cheng. «L’innovazione culturale incarnata da opere che hanno definito una generazione, l’influenza artistica globale della street art e la sua capacità di coinvolgere con forza un pubblico eterogeneo, riflettono la nostra missione più ampia», ha continuato l’imprenditore, che è anche uno dei collezionisti d’arte contemporanea più influenti al mondo.

Shepard Fairey. Courtesy of Shepard Fairey / ObeyGiant.com

Per il K11 MUSEA, dunque, Deitch curerà “City As Studio”, che aprirà il 20 marzo 20223, in concomitanza con Art Basel Hong Kong. La mostra presenterà oltre 100 opere di oltre 30 artisti, per raccontare la stratificata scena internazionale del graffitismo e della street art, dalle origini ai giorni nostri. Si partirà immancabilmente dai vagoni della metropolitana e dai parcheggi della New York degli anni ’70, citando le figure ormai entrate nella leggenda, che usarono la città come studio appunto, facendo uscire allo scoperto, fuori dalle gallerie e dai musei, il proprio ego artistico. Tra i vari, anche Fab 5 Freddy, FUTURA, Rammellzee e, ovviamente, Jean-Michel Basquiat, che facevano parte della scena artistica della Downtown tra la fine degli anni ’70 e gli ’80. Ma il viaggio proseguirà anche verso altre cronologie e altri spazi, da San Francisco a Los Angeles, fino a San Paolo, toccando la contemporaneità e seguendo l’evoluzione di artisti come KAWS e AIKO che rappresentano la generazione più giovane di street artist newyorchesi.

Henry Chalfant outside a camera shop with a spray-painted sign, Bronx, New York, 1981. Photo © Martha Cooper. Courtesy of Martha Cooper

«“City As Studio” è la più ampia mostra sulla storia della street art presentata in Cina», ha dichiarato Jeffrey Deitch. «La mostra presenta le principali opere degli innovatori della street art di New York, Los Angeles, San Francisco, San Paolo, Parigi e Tokyo. Fornisce un’introduzione coinvolgente a questo movimento vitale che continua a risuonare ancora oggi».

Tra le opere più importanti in mostra, Valentine (1984) di Basquiat, in prestito dalla collezione personale di Paige Powell, insieme a lavori di altri artisti seminali come The Bomb (1983) di CRASH e Untitled (1983), un dipinto spray di Keith Haring che si estende per tre metri. Ritratti come Keith Haring (Red) (2010) e Basquiat (Red) (2010) di Shepard Fairey aka OBEY dimostrano come i primi professionisti del genere continuino a ispirare artisti più giovani, mentre l’opera di FUTURA El Diablo (1985) – parte della collezione personale di KAWS – esemplifica il dialogo intergenerazionale e l’influenza reciproca tra street artist attivi. Presente anche un’opera di JR, che sarà protagonista di una mostra a Milano: in Eye Contact #13 (2018) lo street artist francese, che con Deitch ha già lavorato in più occasioni, evoca le “imprese” ferroviarie della old school.

Rigoberto Torres and John Ahearn unwrapping the newly cast Elliot with Book, 1985. Photo © Martha Cooper

Esaminando come il movimento abbia modellato altri generi, la mostra esporrà anche opere come il film Juanito di Charlie Ahearn, incentrato sulla storia del suo gemello, lo scultore John Ahearn, che realizzava calchi di persone nel Bronx e le immortalava nel gesso. Le opere di AIKO e Lady Pink faranno poi luce sul prezioso contributo femminile, in un genere tradizionalmente dominato dagli uomini. Unica presenza italiana, quella del fotografo Gusmano Cesaretti, uno dei primi a documentare la vivacissima comunità di East Los Angeles nei primi anni ’70.

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