Categorie: Teatro

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 29 maggio al 4 giugno

di - 29 Maggio 2023

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 29 maggio al 4 giugno.

Teatro e danza

BATSHEVA DANCE COMPANY A ORSOLINA28
La stagione di danza di Orsolina28 Art Foundation (a Moncalvo, Asti) si apre con la Batsheva Dance Company che, dopo aver inaugurato lo spazio The Eye nel giugno del 2022, torna con due spettacoli interpretati da The Batsheva Ensemble, la compagnia junior. “Kamuyot” (il 31 maggio) tocca i luoghi dispettosi, liberi e giocosi in tutti i bambini, che abbiano 5 o 80 anni. Al centro dello spettacolo c’è un semplice invito: ballare. Seduto a portata di mano dei danzatori, tra i danzatori e il pubblico si intrecciano connessioni, formulando un linguaggio che sembra esserci sempre stato. Un’esperienza stimolante e commovente che permette al pubblico di “stare con” la danza e non solo di guardarla. Ohad Naharin ha creato “Decadance” nel 2000 per celebrare il decimo anniversario del suo lavoro per la Batsheva Dance Company con dieci estratti dalle coreografie che ha scritto per la compagnia.

“Decadance” (il 3 giugno) incarna la possibilità di una coreografia di rimanere aperta, divenire per sempre, mai finita. È un invito a rivisitare le creazioni scritte per la compagnia e i danzatori, per immergersi in esse, remixarle e guardarle con occhi nuovi.

OMAGGIO A MAGUY MARIN
È dedicato alla coreografa francese Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, il progetto “Maguy Marin – La Passione dei Possibili” ideato dal Reggio Parma Festival, in programma da maggio a dicembre 2023 al Teatro Regio e Teatro Due di Parma, al Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto e Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia. Un palinsesto di spettacoli e iniziative, patrocinato dall’Ambasciata di Francia in Italia, per far conoscere al vasto pubblico le opere di una delle coreografe e artiste più eclettiche e coraggiose dell’intero panorama internazionale, capace di interpretare, attraverso la danza, il corpo e lo spazio, la complessità dell’uomo contemporaneo e le sue contraddizioni.

È un viaggio ricco di emozioni quello che prende il via il 31 maggio con la rappresentazione di “May B” al Teatro Regio di Parma, il capolavoro senza tempo di Maguy Marin, con oltre 750 rappresentazioni in cinque continenti. Un lavoro ideato nel 1981, presente nel repertorio della compagnia da oltre 40 anni, ispirato al mondo tragicomico e dal cinismo salvifico del drammaturgo irlandese Samuel Beckett; al suo debutto sconvolse tutto ciò che si pensava della danza, fu un’esplosione la cui eco non ha finito di risuonare. Anticipa lo spettacolo la proiezione del documentario “Maguy Marin – L’urgence d’agir” (30 maggio ore 18 – Sala degli Specchi, Teatro Municipale Valli, Reggio Emilia) del regista David Mambouch, dedicato alla storia della pièce “May B” e all’esperienza vissuta dai protagonisti che l’hanno interpretata. Segue un incontro con la coreografa.

Maguy Marin

IL TRIONFO DEL TEMPO DI HÄNDEL
Mai rappresentato prima a Venezia, “Il trionfo del tempo e del disinganno” di Georg Friedrich Händel approda sul palcoscenico del Teatro Malibran di Venezia, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2022-2023 (repliche il 30 maggio, 1 e 3 giugno). L’opera è affidata per la parte musicale a uno specialista del repertorio quale è Andrea Marcon e con regia, scene, costumi, light design e coreografia dell’artista giapponese Saburo Teshigawara.

Händel appena ventiduenne, nell’estate del 1707 presentò a Roma il suo primo oratorio su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj. Bellezza (soprano) vive sotto l’incantesimo di Piacere (soprano) finché Tempo (tenore) e Disinganno (contralto) la convincono a imboccare una nuova via di pentimento e devota austerità. Composto di due parti, comprende alcune delle più belle arie händeliane (in particolare l’ammaliante “Lascia la spina”), passi virtuosistici per l’organo (destinati allo stesso Händel) e per il primo violino (parte scritta espressamente per Arcangelo Corelli, direttore della prima esecuzione). “Il trionfo del Tempo” rimase per Händel una sorta di magazzino da cui attinse per altri lavori in non meno di 30 occasioni.

«La scena è una cornice cubica, formata da quattro elementi – precisa il coreografo -. Tutto ruota attorno a questi elementi, che muoviamo in differenti angolazioni. È tutto molto semplice: quattro facce per quattro personaggi, quattro cantanti, quattro danzatori, un cubo ciascuno. I danzatori sono musica visibile, ritmo visibile. E non c’è necessità di tradurre le parole, non c’è nessun bisogno che i danzatori spieghino la storia a parole. Ai cantanti non è richiesto di danzare, non voglio disturbarli. L’impressione dominante sarà quella di bellezza e armonia».

Il trionfo del tempo e del disinganno

RAMI D’ORA
Giunge alla terza edizione la rassegna di arti performative promossa dal collettivo Laagam, che dal 2 giugno al 2 luglio torna ad animare i boschi e i sentieri di Castellaccio, frazione abbandonata di Piateda (SO), con performance, laboratori ed esperienze attorno agli spazi di ORA – Orobie Residenze Artistiche, progetto nato nel 2021 dall’impegno di Erica Meucci, Flora Orciari e Riccardo Olivier, che è luogo residenziale con due grandi case e un palco immersi nel bosco, ma anche network per le performing arts. Anche questa edizione di Rami d’ORA si intrecciano le performance dal vivo con l’esperienza intima del territorio. Fil rouge è il tema della trasformazione, modulato in cinque fine settimana ciascuno con una proposta di ‘esercizio di trasformazione’ differente.

L’inaugurazione del 2 giugno è dedicata al “celebrare”, con il solo “A Vasistas” di Sissj Bassani, una danza di inclinazioni e cadute vista da distanza ravvicinata, e la musica di Alex McCabe, Mike Smith e Kae Sakurai che accompagnerà il pubblico nella Cèilidh, festa tradizionale scozzese; il 4 giugno la performance “Terra,occhi,pelle,acqua” della danzatrice Selene Tognoli nelle acque del Serio;  il gruppo bolognese Minus Collettivo, con la performance sonora site-specific “Inscape/Outscape”; e “Bloom” del duo Kae Sakurai e Monika Smekot, performance multimediale che indaga la relazione tra danza, video e musica.

RAMI D’ORA Filippo Porro e Silvia Dezulian, Oltrepassare, ph Francesca Castellan

“QUASI SOLO” A MILANO
IV edizione della rassegna “Quasi solo” del Circuito CLAPS, con spettacoli di danza contemporanea in programma dal 3 al 24 giugno allo Spazio Fattoria in Fabbrica del Vapore a Milano. Alcuni giovani talenti emergenti si avvicendano a grandi nomi della danza, grazie ad alcuni appuntamenti in collaborazione con il network nazionale di sostegno alla danza d’autore, Anticorpi XL.

Il 3 giugno la Compagnie MF in scena con “Ça Ira”: Francesco Colaleo, Maxime Freixas e Pieradolfo Ciulli ripercorrono traiettorie danzate nello spazio con variazioni gestuali e intermezzi umoristici. Il 10 la compagnia Ivona presenta “Manbuhsona”: la gita di un giorno diviene il viaggio di una vita, collegando radici primordiali e futuro prossimo sotto la guida della bellezza della natura.

A seguire, YoY Performing Arts allestisce “Inesorabilmenteunavia”, sulla rigenerazione della natura. Il 17 Nicholas Baffoni crea “Fitting” sulla complessità delle relazioni, ed Emanuele Rosa con Maria Focaraccio è protagonista di “All you need is”, una danza a tre per scardinare l’idea della coppia.

QUASI SOLO Fitting di Nicholas Baffoni

LA DANZA NEL BLU
Dal 4 al 7 giugno il Teatro Basilica di Roma, in collaborazione con il Gruppo della Creta, presenta “Nel blu”, la sua prima rassegna di danza contemporanea volta a dare spazio ad artisti impegnati nella ricerca coreografica e del linguaggio  corporeo, che nella scelta delle tematiche. Il 4 giugno si inizia con una giornata di coinvolgimento del pubblico, il Melting Pot WORKSHOP, un workshop a cura di Marco Torrice, in collaborazione con Da.Re. Dance Research, aperto a partecipanti di tutti livelli (di età superiore ai 16 anni). Il 5 giugno in scena il collettivo SonicoMoto con “Essere Numero 4”, un lavoro che si ispira alla vita ed ai suoi processi, che si svolgono in un alternarsi di omogeneità e contrasti.

Il 6, “Sleeping Beauty – Work Bitch !” di Nyko Piscopo: la Bella Addormentata è la favola da cui parte l’analisi emotiva di cinque personalità contemporanee: adolescenti, gender free, collocabili nell’era della GENERAZIONE Z, tutte figure classicheggianti che dialogano con un’entità digitale che stabilisce regole tecniche e morali. Il 7 giugno “ZugZwang”, di Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro: due individui, fratello e sorella, si ritrovano come pedine all’interno di una scacchiera. Tra deviazioni, incastri e impasses i due provano a disinnescare il gioco, piegandone le regole e chiedendosi quanta libertà sia concessa in un ordine prestabilito.

NEL BLU Sleeping-Beauty Work-Bitch

A TORINO INTERPLAY
Prosegue il festival Interplay di Torino con, il 30 maggio, “Breathe with me a moment, di Or Marin & Oran Nahum Dance Theater Company, è un duetto dove i due interpreti danzando su un’unica striscia di tappeto bianco, suonano senza interruzione uno strumento musicale: un’armonica, che passandosi da uno all’altro, li unisce in un unico respiro che produce una nota/suono che racchiude il concetto di intimità, vocalizza la vicinanza, l’amore, la passione. Segue la compagnia resisdente in Olanda Tu Hoang e Hiro Murata con False Memories”. È un duetto creato dai giovani coreografi emergenti provenienti dal Vietnam e Giappone, entrambi vantano carriere multipremiate e collaborazioni con eccellenze del mondo della danza.

La performance indaga la complessità della psiche umana attraverso la prospettiva di due individui connessi tra loro da un legame profondo. “Le fumatrici di pecore” (l’1 giugno) della Compagnia Abbondanza/Bertoni, è un lavoro che, con la collaborazione della performer Patrizia Birolo, rileva l’umano nella sua fragilità, fuori dall’ordinario. Un viaggio tra le immagini è sempre un incantamento, dove il cammino tra un essere e l’altro si fa più corto.

Il 3, “ROOM22”, progetto nato dalla convivenza forzata tra le danzatrici e performer, Marianna Moccia e Valeria Nappi, durante il lockdown di marzo 2020. Partendo dalla costrizione di uno spazio limitato, che nella pièce è simbolicamente riconducibile all’oggetto dello sgabello, l’opera indaga il concetto di comunicazione tra gli individui nel tempo del distanziamento sociale.

INTERPLAY Le fumatrici di pecore Abbondanza Bertoni Ph Manuela Giurano

ACARNESI STOP THE WAR!
Il fluido vitale dell’adolescenza, la scoperta del teatro e della propria voce, la forza dirompente dei classici: è ancora la non-scuola che Marco Martinelli torna a praticare con i giovani di Pompei, dando inizio, dopo il prologo di Uccelli, a un nuovo triennio dedicato ad Aristofane. Del quale “mette in vita” Acarnesi, la prima commedia, scritta poco più che adolescente: Diceopoli, vecchio contadino ateniese, non sa convincere i concittadini a smetterla con la guerra, e decide per una “tregua separata” con gli Spartani. Così se ne torna nel suo podere a celebrare Dioniso mentre la città è in fiamme. Gli Acarnesi gli si oppongono, ma Diceopoli (“il giusto cittadino”) spiegherà loro che servire la patria significa cercare la Pace. Un inno scenico quanto mai attuale, in questo millennio funestato come allora dall’incubo della guerra.

Aristofane autore di Acarnesi

“Acarnesi stop the war!”, riscrittura da Aristofane, drammaturgia e regia Marco Martinelli, musiche Ambrogio Sparagna, con adolescenti di Pompei, Torre del Greco e Castellammare di Stabia, spazio e luci Vincent Longuemare costumi Roberta Mattera. A Ravenna, Teatro Alighieri, il 3 giugno per il Ravenna Festival.

LAZARUS DI DAVID BOWIE
Considerato «Il regalo d’addio di David Bowie al mondo», “Lazarus” è un inconsueto e per certi versi straordinario pezzo di “teatro musicale”, scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Bowie, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario sforzo creativo, ha voluto lasciarci questa navicella spaziale lanciata verso il futuro, che si può considerare, insieme al magnifico album “Blackstar”, uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo.

ERT / Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale: dopo il debutto al Teatro Bonci di Cesena e le repliche a Modena, Rimini, Roma, Bologna, Napoli, Lugano e Milano, la tournée arriva al Teatro Comunale di Ferrara dall’1 al 3 giugno. La regia è di Valter Malosti, direttore di ERT, che ne ha curato la versione italiana. Nel ruolo del protagonista Newton Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, affiancato dalla cantautrice e polistrumentista Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti.

Lazarus. Ph. Fabio Lovino

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