Il risveglio, Pippo Delbono ph Luca Del Pia
In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 3 al 9 novembre.
Dopo un’importante tournée internazionale e italiana Pippo Delbono torna all’Arena del Sole di Bologna, dal 6 al 9 novembre, con l’ultimo spettacolo Il risveglio, un intimo viaggio attraverso le tante cadute e i tanti risvegli della vita. Lo spettacolo parte da un’esperienza personale e dal riconoscimento di una fragilità per indagare il sentimento universale della perdita, attraverso racconti, storie e poesie scritti dallo stesso Delbono.
Il risveglio riprende la figura dell’uomo assopito sotto l’albero secco, poi improvvisamente ricoperto di fiori, che chiudeva lo spettacolo Amore, per esprimere il bisogno di risvegliarsi, con il rischio di trovarsi di fronte a un mondo peggiore del precedente, quello prima della pandemia che ha chiuso tutti in casa, prima delle guerre scoppiate alle porte di casa, prima del ritorno di ideologie che pensavamo appartenessero al passato.
In riva a un lago un gabbiano sorvola un gruppo di persone, ma viene ucciso nel modo più vile. Cade esanime al suolo, e con lui precipita il destino degli uomini. Il gabbiano di Anton Čechov testimonia l’assurdità del destino umano con cinica ironia e bruciante attualità. Filippo Dini si misura con uno dei grandi classici del teatro, che narra di una società alla fine in cui già si avverte l’arrivo del cataclisma sociale e politico che è stata la Rivoluzione Russa.
Allora come oggi Il gabbiano riesce a parlare di un’umanità sull’orlo del baratro, di una società che sciupa ogni sogno e ogni fiducia perché non più in grado di realizzare le personali aspirazioni di uomini e donne. Per la prima volta in assoluto il capolavoro di Čechov vede una doppia regia, con la scena “lo spettacolo di Kostja” affidata al giovane regista Leonardo Manzan.
“Il gabbiano”, di Anton Čechov, traduzione Danilo Macrì, regia Filippo Dini, regia della scena “lo spettacolo di Kostja” Leonardo Manzan, con Giuliana De Sio, Giovanni Drago, Valerio Mazzucato, Virginia Campolucci, Gennaro Di Biase, Angelica Leo, Enrica Cortese, Filippo Dini, Fulvio Pepe, Edoardo Sorgente; scene Laura Benzi, costumi Alessio Rosati, luci Pasquale Mari, musiche Massimo Cordovani. Produzione TSV – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, Teatro di Roma, Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. A Padova, Teatro Verdi, prima nazionale, dal 4 al 9 novembre.
La programmazione di danza contemporanea di Resistere e Creare, con la direzione artistica di Marina Petrillo (a cura di Fondazione Luzzati “Teatro della Tosse”), prosegue dal 6 al 9 novembre, ai Teatri di S.Agostino di Genova, con quattro appuntamenti. La foresta trabocca segna il ritorno alla danza di Antonio Tagliarini, performer, autore e regista; Le Sacre du Printemps, sorprendente lavoro della compagnia Dewey Dell, una delle più originali della scena attuale, che unisce diverse forme d’arte in un inno potente sull’origine della vita, sulla bellezza di un nuovo inizio e sul confine sottile tra nascita e morte; la prima nazionale di Breathing Room, nuovo lavoro di Salvo Lombardo che conduce in uno spazio ideale in cui “riprendere fiato” e, Giocasta, un’esplorazione della potente complessità femminile di e con Michela Lucenti ,a dare corpo e voce contemporanea ad una delle figure più affascinanti e contraddittorie della tragedia greca.
Arriva al PACTA di Milano, l’8 novembre, all’interno della rassegna di danza “Apriamo le gabbie” HEI AI, il nuovo progetto della compagnia Sanpapié scritto a quattro mani con un’intelligenza artificiale. Nato in sinergia con l’agenzia di comunicazione ambientale Achab Group, HEI AI è un racconto poetico e visionario che intreccia teatro, danza e riflessione filosofica per parlare al pubblico (dagli 11 anni in su) in modo diretto, profondo e provocatorio di ambiente, tecnologia, identità e relazione. Lo spettacolo è accompagnato da un pop-up allestito con l’AI dello spettacolo con cui gli spettatori potranno interagire.
Il 9, tecnologia, arte e gioco in un racconto coinvolgente e interattivo con lo spettacolo Nel bosco del futuro di Ariella Vidach-AiEP una fiaba multimediale fatta di danza, musica, immagini e poesia in cui si può immaginare una visione del futuro del nostro pianeta.
Un viaggio nella coscienza e nel coraggio di sfidare l’omertà. Atto di dolore (produzione Fondazione Solares Teatro delle Briciole, a Roma, Teatro Argot Studio, l’8 e 9 novembre), scritto e interpretato da Riccardo Lanzarone, con le musiche originali di Valerio Daniele, le scene di Paolo Romanini, è un racconto teatrale intenso e visionario sulla vicenda di Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia in Italia, la cui storia, dimenticata, è una delle più sconvolgenti e misconosciute del ‘900 italiano.
Nato in una famiglia mafiosa, travolto da una profonda crisi religiosa, nel 1973 decide di ribellarsi confessando i propri reati e denunciando anche alcuni dei più potenti boss mafiosi dell’epoca. Il suo gesto viene però bollato come follia, e, dichiarato seminfermo di mente, viene rinchiuso in un manicomio criminale. La sua testimonianza viene insabbiata.
Nuova creazione per Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi con All’Arme, in collaborazione con la compagnia croata Studio Contemporary Dance Company (a Romaeuropa Festival, Teatro Vascello, 4 e 5 novembre). Il titolo, carico di significato, gioca su un doppio piano: l’allarme, che richiama l’invito alla difesa, e il momento in cui questa difesa si trasforma in aggressione. Quando la necessità di proteggerci ci fa rischiare di diventare noi stessi una minaccia? Partendo dal ritmo del passo umano, i due coreografi esplorano il potere del movimento collettivo e sincronizzato. Ispirati dal linguaggio della coreografia militare, indagano la tensione tra l’azione individuale e la forza del gruppo, interrogandosi su quella sottile linea che separa la legittima difesa dalla possibilità di diventare ciò che temiamo.
Kōreosferaè un intervento site-specific che crea uno spazio immersivo e sensibile in cui la danza, il corpo e la tecnologia coesistono come un ecosistema unico, fluido e interattivo (al Volvo Studio Milano, per Triennale, il 5 novembre). Firmato dalla compagnia italo-svizzera Ariella Vidach-AiEP, punto di riferimento internazionale per l’utilizzo della danza connessa con le tecnologie, il lavoro, con interpreti Federica D’Aversa, Mara Lambriola, Giulia Quacqueri, Yeva Sai, dà vita a un ambiente espanso, diffuso e attraversabile, permeabile, percepito con tutto il corpo come campo di forze, flussi, segnali, suoni, dati, una “biosfera performativa” dove la coreografia è ambientale, situata, connessa. Al suo interno, spazio e spettatori diventano un vero e proprio laboratorio sensoriale in cui presenza e simulazione coesistono, generando esperienze performative aumentate.
Una scena nuda, che lascia trasparire l’atmosfera di un’opera in costruzione. Sul palco una figura che, attraverso una partitura sonora densissima, fa emergere il proprio portato emotivo tra l’astrazione della danza e il potenziale espressivo del gesto, del volto, del respiro. La dance maker Cristina Kristal Rizzo (al Teatro Cantiere Florida di Firenze il 9 novembre, nell’ambito di Versiliadanza) porta in scena una speciale versione del suo ultimo spettacolo “Sentimental. Studio Aperto un solo coreografico che rivendica il riappropriarsi della dolcezza e della fragilità, e che in via straordinaria si aprirà a un confronto diretto con gli spettatori in sala.
La Galleria Toledo di Napoli, per un mese si confronta con un altro gigante della letteratura mondiale: Samuel Beckett. Dal 31 ottobre al 27 novembre “Progetto Beckett”, a cura di Laura Angiulli e Gabriele Frasca, prevede reading, proiezioni spettacoli e incontri. Dopo “Lo spopolatore” di Frasca, il 5 novembre è la volta di Rockaby Berceuse Dondolo” con Carla Totò, dal 7 al 9 Suonala ancora Sam! di Marcido Marcidorjs, e dal 13 al 27, Aspettando Godot, nuova produzione di Galleria Toledo, regia e drammaturgia di Laura Angiulli. Durante la rassegna teatrale gli incontri Mondo Beckett lunedì 10, 17 e 24 novembre alle ore 18.30, alcuni momenti di approfondimento del ciclo d’incontri Gl’incontri, condotti da Giancarlo Alfano, Francesco de Cristofaro e Gabriele Frasca, s’incentreranno sulle grandi drammaturgie immaginate da Beckett per la radio, il cinema e la televisione.
La programmazione di La danza che muove, a cura di Sosta Palmizi, si apre domenica 9 novembre al Teatro Mecenate di Arezzo, con Zugzwang di Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro. Il titolo dal tedesco indica nel gergo scacchistico è l’obbligo di muovere una pedina, con il rischio di peggiorare la propria situazione poiché non si hanno più mosse vantaggiose disponibili. In scena, con la musica live di Amedeo Monda, la danza del duo – fratello e sorella – riflette poeticamente sulle dinamiche di scelta, sull’equilibrio tra libertà e costrizione.
In occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri, il Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con Sellerio editore, dedica le consuete Colazioni d’autore della domenica, curate da Vincenzo Pirrotta, allo scrittore siciliano. A partire dal 9 novembre, per cinque settimane, l’attore interpreterà alcuni brani tratti dal vasto repertorio di Camilleri: dai romanzi al teatro, dalle lettere agli articoli giornalistici, attività che cominciano molto prima dell’invenzione di Montalbano. Si inizia il 9 novembre con un evento speciale nel corso del quale Pirrotta leggerà alcuni brani dalla nuova antologia La filosofia di Montalbano. Partecipano il regista Giuseppe Dipasquale, Filippo Lupo, Gianfranco Marrone, gli attori Peppino Mazzotta e Alessio Vassallo.
l birraio di Preston apre la Stagione di prosa di Marche Teatro, dal 5 al 9 novembre, al Teatro delle Muse di Ancona. La vicenda dello spettacolo tratto romanzo di Andrea Camilleri, con la riduzione teatrale dello stesso scrittore e di Giuseppe Dipasquale, regista dell’allestimento, è una vicenda esemplare per raccontare oggi la Sicilia. L’eterna vacuità dell’azione siciliana, che spesso si traduce in un esasperato dispendio di energie per la futilità di un movente, è la metafora più evidente del romanzo.
Così scriveva Camilleri: “Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da localizzare scenicamente il tutto in un luogo che fosse ad un tempo un teatro (quello, per esempio, dove poteva essere avvenuto l’incendio) e il luogo dell’azione del racconto”.
Il mondo altrove di Nicola Galli, è una creazione coreografica in forma di rituale danzato che celebra il moto di un mondo inesplorato (al Teatro delle Moline di Bologna, il 5 e 6 novembre). Quattro figure sciamaniche (Margherita Dotta, Nicola Galli, Leonardo Maietto, Silvia Remigio) finemente adornate conducono, sulla musica di Giacinto Scelsi, una cerimonia magica e senza tempo. Il movimento dei corpi e i lineamenti dei loro volti custodiscono e offrono al nostro sguardo il rituale di una possibile tradizione altra, agito all’interno di un confine sacro che raccoglie l’esito di una convivenza armonica tra habitat naturale e azione umana. Tracciando un percorso ideale tra Occidente e Oriente.
Con Oltre, Fabiana Iacozzilli racconta una storia di sopravvivenza e trasformazione. Scritta da Linda Dalisi, la pièce è ispirata al disastro aereo sulle Ande del 1972: sedici giovani in lotta contro il freddo, la fame e la morte. Il loro atto più estremo – nutrirsi dei compagni perduti – diventa sacro, comunione tra vivi e morti. Il rugby, gioco di corpi intrecciati, diventa simbolo di resistenza. Le marionette di Paola Villani trasformano la sofferenza in visione: corpi che appassiscono, si fratturano, si fondono l’uno nell’altro. Oltre non è una storia di catastrofe, ma di rinascita. Di ciò che resta, di ciò che ci tiene in vita. E della memoria, che si rifiuta di lasciar scomparire i morti.
“Oltre”, ideazione e regia Fabiana Iacozzilli, dramaturg Linda Dalisi, con Andrei Balan, Francesco Meloni, Marta Meneghetti, Giselda Ranieri, Evelina Rosselli, Isacco Venturini, Simone Zambelli, scene Paola Villani. Produzione Teatro Stabile dell’Umbria. A Roma, teatro Vascello, dal 12 al 16, per Romaeuropa Festival.
Tredicesima edizione di Wonderland Festival, ideato e organizzato da IDRA Teatro con la direzione artistica di Davide D’Antonio e in co-direzione con Stefania Dolcini (a Brescia dal 7 al 30 novembre) con l’eccellenza della scena italiana e internazionale – con uno specialissimo focus Olanda realizzato con supporto di Fonds Podium Kunsten Performing Arts Fund NL: concerti, spettacoli immersivi, percorsi itineranti, laboratori, cineforum, programmi speciali.
L’apertura è con il concerto di Motta, cantautore, polistrumentista e compositore di colonne sonore, con il nuovo progetto musicale in formato “piano solo”. Inoltre collaborazioni internazionali che coinvolgeranno l’Olanda con cinque innovative compagnie tra cui Bambie, iconico e premiato gruppo nato nel 1995 presso l’Amsterdam Mime Training, con lo spettacolo Bambie 20 – The Angry Version e ancora la compagnia De warme winkel con lo spettacolo Alone Together.
Il programma sul sito wonderlandfestival.it.
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