Girando tra gli stand del Salone del libro, tra una folla strabocchevole che intasa ogni interstizio, mi accorgo di una struttura che non avevo mai visto. Eâ una sorta di rialzo, di piattaforma sospesa, chiamata Terrazza Piemonte. Alzando lo sguardo, scorgo le forme note di unâinstallazione che avevo notato nello studio di qualche artista. Sono lance da Kendo, rosse del metaforico sangue che cola dai libri trafitti, che lâartista Duilio Gambino ha realizzato per la manifestazione, ospitato e sponsorizzato dalla Regione Piemonte.
Un rito sacrificale il suo, inteso ad omaggiare Yukio Mishima, dai contenuti fortemente simbolici.
Ma chi era costui? Gambino non sembra preoccuparsi del fatto che probabilmente sia sconosciuto ai piĂš e anche nei brevi cenni critici affidati a Francesca Comisso, si parla semplicemente di uno âscrittore-guerriero, protagonista complesso e affascinante della letteratura giapponese del â900â. Lâatto di cui non si parla ma al quale è riferito il lavoro, è quello estremo, plateale e drammatico di Mishima, di togliersi la vita in pubblico, gettandosi dal balcone del ministero della difesa nazionale di Tokio. Eâ la figura eroica del guerriero, del samurai ad affascinare lâArtista, come probabilmente gli scritti, pregni a partire dagli anni â60 di un certo estremismo ideologico e dellâapprodo dello scrittore a posizioni di esasperato nazionalismo e militarismo. Questa ed altre figure importanti del novecento, fanno parte del retaggio culturale dellâartista, che non ha mai fatto mistero della sua fede politica. Ma come si colloca questa installazione nellâambito del salone? Le pagine dei libri, le parole stesse, sono âoscurateâ da strati di vernice nera, nel simbolico tentativo di annientare il potere della scrittura o è solamente uno sberleffo? Una provocazione? Un attacco al Salone stesso?
Gambino se la ride. Tra il serio e il faceto e con un pizzico di snobismo, un piccolo jâaccuse lo emette, ed è rivolto alla moltitudine di persone che vediamo transitare dallâalto della terrazza. âQuesti qua, non leggono mica. Vengono qua esclusivamente a comprare le magliette! Io che di libri ne ho letti, posso permettermi di fare unâoperazione del genereâŚâ
LâospitalitĂ della Regione, il piccolo ma curatissimo catalogo pubblicato, sono un bel risultato per un artista scomodo come Gambino e malgrado ciò, egli non si auto celebra come ritiene facciano molti artisti suoi coetanei, ormai arrivati e stranoti. âIo â mi dice ancora â a differenza loro, non ho niente da difendere, nĂŠ da perdereâŚâ
Chi non ha avuto la possibilitĂ di recarsi al salone e vedere il lavoro di Gambino, avrĂ la possibilitĂ di farlo tra Luglio e Agosto, tra le colline astigiane dove, in luoghi suggestivi come Bricco LĂš, osservatorio celtico tra quei rilievi, lâartista si produrrĂ in una grande performance, coadiuvato da cosiddetti Kendoca, gli sciabolatori delle lance da Kendo adoperate per la sua installazione.
Bruno Panebarco
Visitata il 20.05.2001
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